CATANIA – FOGGIA: gara dal sapore particolare per Agazzi, Di Piazza e Colucci

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Tre stagioni vissute a Catania prima di giocare tra le fila di Chievo Verona, Cesena e Reggina. Poi il ritiro dal calcio giocato e l’assunzione in qualità di Direttore Generale del Foggia, squadra della sua città e di cui è sempre stato grande tifoso. Riferimento che va a Giuseppe Colucci. L’ex calciatore rossoazzurro ha contribuito a scrivere pagine di storia del Catania rimanendo profondamente legato alle pendici dell’Etna. Non a caso vive a Catania e la moglie è catanese. Per lui domenica sarà giocoforza una gara diversa dalle altre.

All’interno dell’organico del Foggia, poi, spicca la presenza di Davide Agazzi. Il centrocampista bergamasco ha indossato la casacca rossoazzurra lo scorso anno vivendo una stagione piuttosto altalenante. Già sondato nella sessione estiva del calciomercato 2015 dal club pugliese, i satanelli hanno formulato una nuova offerta l’estate scorsa convincendo l’Atalanta proprietaria del cartellino ad assicurarsi il diritto alle prestazioni sportive dell’atleta.

Interessante, infine, menzionare Matteo Di Piazza. Cresciuto nel settore giovanile del Catania, l’attaccante ora in forza al Foggia non è esploso nella sponda rossoazzurra della Sicilia. L’anno scorso hanno fatto discutere alcune dichiarazioni rilasciate alla vigilia di Akragas-Catania, ma il diretto interessato ha chiarito di non volere mancare di rispetto a nessuno.

A gennaio, quando i satanelli lo prelevarono dal Vicenza, l’Amministratore Delegato etneo Pietro Lo Monaco disse: “Non ha mai fatto tanti gol in carriera, è un contropiedista, resto dell’idea che Foggia non sia la squadra giusta per le sue caratteristiche”.

Parole non gradite a di Di Piazza, che rispose: “Ho avuto la possibilità di giocare a Catania e sono due anni che mi cercano. Nella prima settimana di calciomercato mi hanno chiamato tutti, almeno una volta al giorno: Lo Monaco, Argurio e pure il mister Pino Rigoli. Sono state parole imbarazzanti quelle che ho letto. Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba”.