ESCLUSIVA – AMBROSI: “Ripa si sbloccherà. E’ giocatore navigato per la categoria. Perdere a Trapani ci può stare, settori giovanili da rifondare”

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Alessandro Ambrosi

Ai microfoni di Radio Studio Italia, rispondendo alle domande di Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com, è intervenuto telefonicamente Alessandro Ambrosi. Dopo avere intervistato Gianvito Plasmati, proponiamo agli utenti del nostro sito le parole di un altro ex attaccante rossoazzurro che ha lasciato un’impronta rilevante alle pendici dell’Etna, sia in formato testuale che audio.

Catania reduce dalla sconfitta di Trapani, in questo momento sul banco degli imputati c’è il centravanti Francesco Ripa a secco di marcature. Un tuo giudizio in merito e se conosci Ripa come calciatore…
“Un ko con una diretta concorrente come il Trapani ci può anche stare. Il problema è la sconfitta casalinga con la Sicula Leonzio o contro la Reggina. Questi sono i risultati davvero preoccupanti, proprio in virtù del fatto che una sconfitta con una diretta concorrente alla promozione, insieme a Catania e Lecce, è plausibile. Per quanto riguarda il discorso degli attaccanti si sa che quando si approda in una piazza come quella catanese le responsabilità sono importanti e si sa che quando non si segna per 2-3 partite consecutive, si viene automaticamente sottoposti alle critiche della gente e dei principali organi d’informazione. Ritengo Ripa un giocatore navigato per la categoria e mi auguro che quanto prima riesca a sbloccarsi, risultando decisivo per il prosieguo della stagione”.

Secondo te il Catania darà ancora fiducia a Ripa o acquisterà un ulteriore attaccante?
“Io da fuori potrei anche essere solidale con Ripa, però queste sono decisioni che solo chi è all’interno può valutare. Un attaccante non si valuta dalla singola partita, l’allenatore lo vede durante l’arco della settimana d’allenamenti e quindi sa se il giocatore si trova in una fase no o se può dare qualcosa di più.
Sappiamo che all’attaccante basta poco per sbloccarsi e Ripa è un giocatore che in questa categoria ha sempre fatto bene, ragion per cui ritengo che non sussistano problemi di sorta”.

Alessandro, parlaci della tua attività, la scuola calcio, da ex calciatore che ha sempre mantenuto il calcio nel cuore e nei propri pensieri…
“Adesso possiedo una mia società a Fiuggi. Sono appena tornato dopo aver effettuato un Camp con la Juventus. Stiamo, tra l’altro, lavorando ad un progetto internazionale con la Tanzania. Siamo riusciti ad allestirlo coniugando al profilo meramente tecnico uno di pura beneficenza. Abbiamo regalato un Camp Juventus a 40 ragazzi ‘free child’, provenienti dalle zone poverissime, e con questo cerchiamo di allargare i nostri orizzonti portando un tantino di serenità ed anche di gioco in un Paese dove, purtroppo, manca anche quello che è indispensabile. I nostri ragazzi possiedono l’immensa fortuna di essere nati 1000-2000 metri più su invece che giù. Ritengo veramente importanti queste iniziative perché quando si lavora con i ragazzi c’è sempre un ottimo tornaconto, sia dal punto di vista tecnico che umano. La nostra società si occupa, nello specifico, dei settori giovanili fino agli Allievi. Abbiamo avuto diverse soddisfazioni riuscendo ad affidare ragazzi che osserviamo dal bacino a società professionistiche. Lavoriamo bene, con metodo. Io dico sempre che il calcio è uno sport che va insegnato, non lasciando nulla al caso od improvvisando. Eppure oggi è sotto gli occhi di tutti che, anche presso piazze importantissime, si vive proprio di improvvisazione e di amicizie piuttosto che di meritocrazia vera e propria”.

Tornando al calcio giocato, come vedi questo Catania? Riuscirà a perseguire la promozione diretta oppure tramite Play Off?
“Io da tifoso non posso che augurarmi il meglio. Con me sfondate un portone aperto che il Catania vinca direttamente perché ha bisogno di uscire dall’attuale categoria, non se ne può più di vedere i rossoazzurri in terza serie. Chiaramente non è semplice, le squadre principalmente indiziate sono 3. Per quanto riguarda le altre non è che il livello sia talmente differente per cui si giocherà sugli equilibri. L’equilibrio è sottile, occorrerà vedere quando saremo arrivati alla fine la condizione nelle partite che contano. Sarà l’elemento che riuscirà a fare la differenza. Azzardare in questo momento previsioni sarebbe da presuntuosi”.

In Italia i settori giovanili sono stati in anni passati un po’ il fiore all’occhiello del calcio nazionale, adesso invece sono diventati la pecora nera. L’esclusione dell’Italia dai mondiali può dipendere anche da tale fattore…
“I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il problema è uno: io ricordo che fino a 10-15 anni fa, basta vedere la Nazionale del 2006, c’era dentro gente che in passato aveva calcato la serie C. Ai tempi, anche per giocare in una categoria come la C, dovevi “mangiare l’erba” e pedalare come un assassino. Oggi, invece, con i premi di valorizzazione, le società di C vengono pagate per fare giocare i ragazzi. Quindi che interesse possiede una società a far maturare qualche ragazzo quando i grossi club pagano per far giocare i propri prestiti? E proprio questo ammazza quello che è il vero lavoro sui settori giovanili. E questo tanto per parlare di serie C ma è un discorso più alto che andrebbe riportato anche nei settori giovanili che, al contrario di come si sta operando, andrebbero rivoluzionati inserendo gente estremamente competente ad insegnare calcio. Poi lasciamo perdere le innumerevoli mezze figure inserite nel mondo del calcio, capaci di arrecare esclusivamente danni. Io vedo bambini di 12-13 anni già in contatto coi procuratori, quindi di cosa stiamo parlando? Specie nelle nostre zone fino a Roma, non so giù, si è trasformato tutto in uno schifo davvero. Servirebbe ripartire proprio dalla riorganizzazione di tutti i settori, dalla scuola calcio per poi gradualmente salire. Esistono ormai tanti anni persi sul quale lavorare”.

Si ringrazia Alessandro Ambrosi per la gentile concessione dell’intervista.

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