ESCLUSIVA – Nino Leonardi: “Catania, molti giocatori sentono il peso della maglia. Difficile che il Lecce perda la vetta, ma mai dire mai. Onorare sempre la casacca rossoazzurra”

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Nino Leonardi

L’ex calciatore del Catania Nino Leonardi, intervenuto ieri pomeriggio ai microfoni di Radio Studio Italia in collaborazione con TuttoCalcioCatania.com, parla delle ambizioni rossoazzurre ricordando anche alcuni dei momenti piĆ¹ significativi trascorsi alle pendici dell’Etna. Ecco riportato di seguito un estratto testuale ed audio dell’intervento di Leonardi:

Fine dei giochi per il primo posto?
“Ancora non ĆØ compromesso nulla. Tutto puĆ² succedere nel mondo del pallone. Da conoscitore di calcio quale reputo di essere, perĆ², sei punti non sono pochi. Adesso i salentini, reduci dalla recente eliminazione in Coppa Italia, potranno concentrare tutte le loro attenzioni sul campionato e faranno di tutto per riuscire a centrare l’obiettivo promozione. Il -6 dalla vetta costituisce un distacco considerevoleĀ ma la speranza ĆØ che il Catania ritorni ad acquisire autostima ed autorevolezza”.Ā 

In cosa vedi il Lecce superiore al Catania?
“Il Lecce lo vedo molto solido ed equilibrato, difficilmente perde nei momenti di difficoltĆ . La societĆ  giallorossa ĆØ ben amministrata. Nel mercato di gennaio hanno effettuato ulteriori innesti e, soprattutto, acquistato Saraniti.Ā Innalzando il tasso tecnico, giĆ  notevole peraltro, del reparto offensivo. Il Catania a livello caratteriale subisce molto la tradizione, il peso, il blasone dei colori rossoazzurri. Molti giocatori non riescono ad esprimersi in casa allo stesso modo di quanto riescono a fare in trasferta. Abbiamo perso dei punti incredibili che finiscono col pesare in modo determinante sul bilancio della classifica”.Ā 

Da catanese, cos’ha significato per te indossare la maglia del Catania?
“Gente come me, Chiavaro, Cantone ed Angelozzi aveva un sogno custodito nel cassetto quando i nostri padri ci portavano ad assistere alle grandi gestaĀ rossoazzurre negli anni ’60. Per noi ĆØ stato un grande orgoglio ed onore giocare per la squadra della nostra cittĆ ,Ā sudando per la maglia anche con il sangue perchĆØ era tutto in ambito sportivo. Vivo a Catania, nel cuore della cittĆ . Non solo i tifosi storici, anche la nuova generazione si ricorda del nostro passato avendo dato tutto per la causa rossoazzurra e facendo grandi sacrifici per una maglia che va onorata sempre”.Ā 

Quanto ĆØ diversa la Serie C attuale rispetto ai tuoi tempi?
“La C ai miei tempi era notevolmente superiore. Si curavano molti fondamentali. IncidevaĀ parecchio il fattore campo, c’erano terreni di gioco in terra battuta, giocatori che avrebbero potuto tranquillamente militare in categorie piĆ¹ blasonate. Oggi c’ĆØ molta piĆ¹ visibilitĆ , oltre al potere televisivo sussiste quello dei social network, eppure il livello tecnico si ĆØ abbassato. Io ho vissuto parecchie trasferte difficili. Come ad esempio potrei ricordare da Bari a Foggia, oppure a Lecce dove non ho mai perso. Ricordo anche quella di Reggio Calabria in cui la Reggina era tra le piĆ¹ importanti realtĆ  di quel momento storico ma noi ci andavamo a giocare e vincevamo spesso. Disponevamo di gente che conosceva benissimo la Serie C, dei grandi giocatori. Abbiamo sempre lottato per portare in alto i vessilli dell’Elefante”.

Quali stagioni ricordi con particolare piacere?
“Nel 1974 con Spagnolo e Ciceri in rosa eravamo una corazzata, dominammo quell’anno il campionato. Anche il BariĀ fece bene ma finƬ per concludere la stagione con un punto di svantaggio da noi. Nel 1979/80 con De Petrillo, la squadra aveva un Presidente passionale che ci metteva cuore, soldi e devozione e la societĆ  si dimostrava essere molto vicina alla squadra. Avevamo una grande colonna vertebrale. Da Sorrentino, io e Chiavaro in difesa. Disponevamo di un centrocampo forte, robusto e di personalitĆ  con Casale, Morra ed altri. In attacco Borghi e Piga facevano la differenza, erano molto cinici e sicuri del fatto loro. Capitalizzavano al meglio le occasioni concesse. Quella fu un’annata trionfale che ci riportĆ² in B”.

Si ringrazia Nino Leonardi per la gentile concessione dell’intervista.

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