TARANTINO (Esclusiva): “Il Catania appartiene ai catanesi, brutto momento per le squadre siciliane”

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Catania stemma

Venerdì pomeriggio, ai microfoni di “Universo RossoAzzurro”, trasmissione condotta da Igor Pagano in collaborazione con Donato e Livio Giannotta di TuttoCalcioCatania.com, è intervenuto in diretta telefonica sulle frequenze di Radio Studio Italia l’ex calciatore del Catania Pietro Tarantino.

Ricorderai la famosa partita disputata il 25 aprile del ‘99 in cui tu e tanti altri ex guerrieri rossoazzurri piegaste il Messina grazie al gol di Roberto Manca al 93’ su cross di Cicchetti. I tuoi trascorsi a Catania sono stati favorevoli e i catanesi ricordano sempre con immenso piacere chi onora la maglia rossoazzurra…
“In occasione del gol menzionato Cicchetti effettuò il cross calciando di sinistro, proprio lui che mancino non era! Sfoderò davvero un gran bel gesto tecnico. Sempre si pensa al Catania in Serie A, categoria che merita anche il Palermo ed il Messina. Purtroppo le squadre siciliane stanno attraversando un brutto momento, speriamo di riuscire a superarlo al più presto”.

Il campionato 1998/1999, che coincise con la promozione dalla C2 alla C1, fu uno dei più amati dai tifosi rossoazzurri. Poi, purtroppo, negli ultimi anni la nota parabola discendente che ha portato il Catania dalla A alla C. Secondo te quali differenze intercorrono tra la Serie C dei tuoi tempi e quella attuale?
“Sono tante le differenze che registro. Quando giocavamo noi il livello del campionato era molto più alto. Anche perché oggi tante società optano a schierare i giovani perché recepiscono sponsorizzazioni dalla Lega ai fini della loro valorizzazione. O comunque vanno a pescarne nei settori giovanili delle squadre di A. Ai miei tempi giocavano calciatori già affermati in questa categoria, per non dire oltre, e con l’obiettivo di vincere”.

Cosa ti è rimasto impresso di Catania, città e tifoseria, a livello di pregi e difetti?
“Per fortuna devo parlare soltanto di pregi. Quell’anno partimmo maluccio, però a partire dall’ottava/nona giornata riuscimmo ad assestarci al primo posto, per poi rimanerci fino al termine della stagione. Sia la città che la dirigenza ci facevano stare benissimo. Ci allenavamo a Monte Pò che lo ricordo come un posto bellissimo e stavamo tutti bene perché costituivamo un gruppo affiatato. A parte qualche screzio verificatosi anche in campo, come ad esempio quello tra Lugnan e Passiatore che tutti i tifosi videro. Per il resto si trattò di un gruppo saldo e coeso, un forte gruppo. Anche perché se non si dispone di un gruppo avente queste caratteristiche in piazze ‘difficili’ come Catania, non si riesce a vincere”.

Tu hai ricordato un gruppo formato da persone che stavano bene insieme, in campo e non. Possibile che al Catania attuale manchi proprio questo?
“Infatti. Noi ci misuravamo anche con la società, giravamo sempre tra la gente. Il Catania non era dei vari Tarantino, Passiatore, Di Dio o di tutti gli altri che facevano parte della rosa. Il Catania appartiene ai catanesi e ritenevamo giusto dar loro gioia anche stringendo contatti, andando in città e facendoci vedere, sia quando le cose andavano bene che quando andavano male. Perché specialmente in quest’ultimo caso è giusto metterci la faccia. Purtroppo c’è gente e gente, noi quell’anno eravamo abituati così. Andavamo pure a scontrarci con i migliori avversari, non avevamo problemi a scendere in piazza con i tifosi e discutere con loro, specialmente all’inizio quando le cose non giravamo bene. Poi è uscita fuori la squadra e abbiamo vinto il campionato alla grande”.

Di cosa si occupa oggi Pietro Tarantino e con chi sei ancora in contatto tra i vecchi compagni?
“Mi sento un pò con tutti perché ancora oggi siamo rimasti amici. Con Gennaro Monaco, Passiatore, Cicchetti e Bifera magari ci sentiamo maggiormente. Con gli altri meno, con Lugnan, Di Julio ed altri abbiamo modo di sentirci tramite Facebook. Siamo rimasti veramente dei buoni amici. Attualmente alleno una squadra in promozione a Palermo, quest’anno ci siamo salvati. Per quanto riguarda il prossimo non esistono tuttora programmi ben definiti, vedremo”.

Ti è capitato di assistere dal vivo ad incontri del Catania?
“Ho avuto modo di vedere una partita giocata in Campania, poi ne ho viste altre in Tv. Ci sono rimasto male nel vedere un Catania, diciamo, depresso negli uomini. Speriamo che Moriero riesca a risollevare la squadra e a centrare la salvezza il più presto possibile”.