DIFESA, VOTO 5.5: La Lupa Castelli Romani fa ben poco per impensierire il Catania ma, quando riparte, talvolta crea brividi in velocità alla retroguardia etnea. Per fortuna dei rossoazzurri, negli ultimi metri, gli ospiti peccano di incisività e lucidità. Difesa catanese un pò in affanno nonostante i limiti tecnici dell’attacco amarantoceleste e cross dei terzini spesso imprecisi.
CENTROCAMPO, VOTO 5: troppa staticità in mezzo al campo. La palla gira ma lentamente. Di Cecco, Agazzi e Bombagi, con quest’ultimo ad agire da collante tra centrocampo ed attacco, si limitano a fare il compitino e non sempre con risultati apprezzabili. Un pò di imprecisione e confusione.
ATTACCO, VOTO 5: Soltanto a cinque minuti dal 90′ il Catania riesce a perforare la rete della Lupa Castelli Romani. L’avversario amarantoceleste ha una cifra tecnica modesta, eppure si difende con ordine e rischia in poche occasioni di subire gol. In questo senso vanno sottolineati anche i demeriti del reparto offensivo rossoazzurro. Calil non punge, Falcone un pò più ficcante dopo l’intervallo mentre Russotto sale in cattedra solo nei venti minuti finali del secondo tempo. Poi ci pensa Plasmati a mettere le cose a posto, per fortuna del Catania. Etnei poco propositivi che faticano molto più del dovuto a scardinare la difesa laziale.
Sono incattivito…
Anche questa partita è andata secondo lo standard del Catania, una squadra dal blasone sminuito che ormai non fa più paura proprio a nessuno.
Al contrario, del Catania se ne ridono puntualmente anche le squadre avversarie di bassa classifica, di poco valore, quelle che hanno messo in difficoltà la squadra trasformandosi a tal punto da sfornare portieri in grado di confezionare parate impossibili, attaccanti che si sono fatti burla dei nostri difensori più quotati.
Insomma, in queste condizioni il Catania avrebbe difficoltà anche ad affrontare per così dire la squadra dei “salesiani”: ma su che razza di giocatori si fondano le speranze del Catania? Stendiamo un velo pietoso…
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