CATANIA: gioco e giusto equilibrio, l’unica medicina per vincere

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Pino Rigoli

La stagione rossoazzurra si è finora rivelata al di sotto delle aspettative, classifica alla mano. E’ quanto scaturisce quasi essenzialmente da alcuni rilevanti fattori: in primis il non aver ancora trovato i giusti equilibri tecnico-tattici tra i reparti con le conseguenti problematiche relative alla costruzione di un gioco all’altezza; la pochezza di palle-gol costruite sotto porta rispetto a quello che potrebbe e dovrebbe essere il potenziale del parco attaccanti a disposizione; l’andamento stagionale contrassegnato dalla mancata continuità di risultati che pone, dunque, in bilico il raggiungimento della zona playoff.

La partita di Fondi dovrebbe avere rappresentato uno spartiacque del campionato per il Catania. Intanto il risultato di pareggio esterno in sé, derivante occorre dire da una prestazione etnea evidentemente non eccelsa, costituisce pur sempre un risultato positivo che tende, almeno in parte, a raddrizzare la debacle di Castellammare di Stabia. In secondo luogo ha segnato il cambio del sistema di gioco, dal classico 4-3-3 al duttile 3-5-2. Modifica dettata dai nuovi arrivi tra le fila etnee, oltre che dal tentativo orchestrato dal mister di trovare una buona volta per tutte i giusti equilibri.

Analizzando la prestazione sotto il profilo collettivo, la compagine dell’Elefante, vuoi per le insidie che cela intrinsecamente il ‘Domenico Purificato’, il vento che ha contraddistinto l’incontro, oltre alle sapienti e pronte chiusure della retroguardia rossoblù, ha palesato un problema legato principalmente al rifornimento in avanti. Se, infatti, non si riesce a creare un elevato numero di palle-gol per gli attaccanti, andare a segno diventa un bel problema.

Fino a questo momento i 25 gol messi a segno dagli etnei appaiono pochi, specialmente se pensiamo a quelli realizzati dalle squadre di vertice Matera, Lecce e Juve Stabia che hanno totalizzato rispettivamente ben 50, 41 e 40 marcature. Di contro le reti subite sono state appena 17, al pari della Fidelis Andria, dato che costituisce il primato assoluto di categoria. Il Catania soffre dei classici problemi di ‘coperta troppo lunga/corta’, dunque sinonimo di equilibri non ancora appieno trovati e perfezionati.

L’Elefante non può certamente permettersi questo stato di cose, vuoi in primis per la sua storia ma anche in virtù dell’importante tasso qualitativo presente. In attesa di ulteriori rinforzi funzionali al credo tattico dell’allenatore ed al collettivo, tifosi ed addetti ai lavori si aspettano una marcia in più. Consentendo il processo di risalita in classifica sotto il segno della costanza di rendimento e della qualità del gioco espresso, fondamentale allo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati.