CATANIA: dal 4-3-3 al 3-5-2, cambio modulo benefico o meglio non cambiare?

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Pino Rigoli

Il Catania porta ormai da non pochi anni nel proprio DNA il 4-3-3 quale sistema di gioco di base adottato. Un vero e proprio marchio di fabbrica trasmesso da Pasquale Marino. Allora erano i tempi della Serie B e successiva promozione nel massimo campionato. L’avvicendarsi degli allenatori nel corso degli anni ha comportato inevitabilmente delle modifiche rispetto al credo tattico dei predecessori, dettate anche da quello che nella fattispecie è stato il materiale umano messo a disposizione dalla società, oltre alle contingenze del momento.

Adesso il Catania sta lottando, con non poche difficoltà di svariata natura lungo il percorso, per cercare di scrollarsi di dosso la terza serie e, dunque, con l’obiettivo più o meno esplicito di riportare con gradualità la città a giocare presso categorie più consone al blasone, nonché al prestigio di questa squadra e dei suoi tifosi. Cosa sicuramente non semplice poiché la Lega Pro, o come dir si voglia Serie C per i nostalgici, cela insidie ed ostacoli ingenti partita dopo partita. Le avversarie, non appena sanno di affrontare i rossoazzurri, sembrano metterci ancora più anima e corpo come se in tali circostanze si sentissero in dovere di giocare con il coltello tra i denti.

Pino Rigoli ed i suoi uomini stanno trovando notevoli difficoltà. Non è stata tuttora trovata la cosiddetta ‘quadratura del cerchio’ dal punto di vista degli equilibri tattici, oltre a quello degli uomini chiamati a scendere sul rettangolo di gioco che dovrebbero essere degli autentici punti di riferimento, a partire da loro stessi, e subito dopo nei confronti dei compagni di squadra. I risultati, effettivamente, peccano in termini di continuità, prestazioni ed incisività sotto porta. Complessivamente sono state totalizzate in stagione 9 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte nelle totali 22 partite sin qui disputate, 25 i gol all’attivo e 17 quelli in passivo. Numeri non sufficienti per una squadra avente la struttura rossoazzurra, che ha portato tecnico e società ad agire di conseguenza.

In tal senso si registrano finora gli arrivi di Marchese, Baldanzeddu e Tavares, in attesa di ulteriori movimenti sia in entrata che in uscita da qui fino alla fine del mercato. Gli effetti dei primi movimenti in entrata hanno comportato delle modifiche sul piano tattico. Infatti, proprio in occasione della partita di Fondi, mister Rigoli ha pensato di schierare la squadra secondo un 3-5-2, inedito in campionato ma non in allenamento. Sistema di gioco modificato in 3-4-3 a gara in corso e che ha consentito di strappare il pareggio finale grazie al calcio di rigore trasformato da Mazzarani nella ripresa.

A questo punto le domande da porsi sono le seguenti: “Il mister continuerà ad adottare un modulo differente dal 4-3-3?”, “Se sì, quali garanzie potrà fornire?”. E via di questo passo. Domande legittime alle quali, in verità, non è possibile rispondere con accuratezza. Se da un lato è plausibile pensare alla inevitabilità di tali cambiamenti proprio in virtù degli altalenanti risultati fin qui acquisiti, dall’altro invece sussiste la scuola di pensiero di chi crede che cambiando il vecchio con il nuovo le cose peggiorino. Tutti pensieri ugualmente condivisibili ai quali soltanto il tempo potrà dare concretamente una risposta. Tempo che al momento sembra essere tiranno. La squadra prima ed i tifosi poi, urgono di consolidate certezze per il prossimo futuro.

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1 COMMENTO

  1. Veramente io ho visto un 5-3-2 con ben 5 difensori di ruolo in campo. Atteggiamento quindi sempre quello di non prenderle fuori casa.

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