VISTA DAL TIFOSO: “Catania, non dovevano essere tutte finali? Puoi cambiare assetto, modulo e uomini ma…”

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Catania tifosi
Tifosi del Catania nel Settore Ospiti dello stadio "Oreste Granillo" di Reggio Calabria.

Cosa penso?

Cosa pensa la maggior parte dei tifosi?

Semplice: puoi variare l’assetto, il modulo tattico, inserire elementi di spessore, ma se non vai in campo con l’idea, l’obiettivo di vincere difficilmente le cose possono cambiare, perché il Catania visto a Fondi è sì apparso più denso, la fascia di mezzo era più folta, ma continua a sembrare assente quel movimento tipico di chi va in campo con le idee chiare su come svolgere la manovra e gli eventuali correttivi da apportare in funzione della risposta e delle proposte di gioco dell’avversario.

Il tecnico e lo staff, che certamente si impegnano a fondo e con dedizione, sembrano non curare abbastanza quel benedetto fraseggio dinamico capace di liberare qualcuno per creare la situazione di pericolo e mettere in crisi gli avversari. Nel primo tempo buio o quasi, la spinta sulle fasce non è la panacea, specie se hai un centrocampo creativamente scarso nel suo insieme. E non me ne vogliano gli interpreti, da Fornito a Biagianti, meno Bucolo molto teso e falloso all’eccesso. Fortunatamente questo suo nervosismo ed espulsione in canna hanno indotto, quasi costretto, il tecnico a correggere qualcosa (Di Grazia in campo, sembra tornato in forma mentale, finite le voci di mercato, è ancora un ragazzino, lasciatelo in pace!!!).

E siccome la dea bendata del pallone è sommamente equa, che succede? Arriva Calderini che di testa non ha forse mai segnato in vita sua e in base alla legge dell’ex ti trafigge con un balzo degno del miglior centravanti che da noi non c’è, Anastasi veramente in ombra e mi dispiace.

Già all’andata lo stesso Elio aveva effettuato il cross pennellato sulla testa del palermitano Tiscione tra i due nostri pilastri centrali beffati in un sol boccone, inspiegabilmente fermi.
Allora fuori casa aspettiamo lo schiaffone per destarci e dopo immettere elementi capaci di trascinare la squadra con scorribande e accelerazioni, quindi la mentalità, la personalità del gruppo infusa dal mister è quella di provare a fare quello che si fa in allenamento, cerchiamo di non prenderle e poi si vedrà, se va bene pareggi, come nella fase della striscia positiva, poi becchi il gol e allora vai con il 4-2-4 o il 9-1 o chessò io.

Non dovevano essere tutte finali? I play-off non sono partite secche? Per lo più quasi tutte fuori casa perché difficilmente arriveremo oltre l’ottavo-nono posto così andando le cose.

Quindi non difetta la personalità degli orchestrali ma il direttore che non ha ancora staccato la spina agrigentina, difendersi e ripartire, e gli è andata bene l’anno scorso, qui è tutto un altro mondo che paga per gli sbagli che commette, sempre. Tranne che a Matera, che pare prenderà Pozzebon, e se becchiamo proprio i materani? Ci difenderemo alla grande!!

Mi scuso c’è una parte di frustrazione nel mio dire e me ne rendo conto, ma faccio il tifoso, è questo il mio ruolo e vedere gli altri che ci mettono dentro schemi, velocità e voglia mi fa pensare ad inadeguatezza tecnica e incapacità di motivare.

Pronto a ricredermi, non a chiedere scusa, se poi a Fondi si meritava di vincere, allora ditelo che si vuole “ammucciari u suli co crivu”.