ESCLUSIVA – Ambrosi: “Catania, devi vincere i Play Off. FeralpiSalò ‘squadraccia’, Toscano tecnico preparato. Su Lucarelli e Mental Coach…”

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Alessandro Ambrosi

Intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com, l’ex attaccante rossoazzurro Alessandro Ambrosi parla della sfida tra FeralpiSalò e Catania commentando anche le possibilità di vittoria dei Play Off. Queste le parole del Re Leone, di seguito riportate:

Grandi sorprese in questi Play Off di Serie C. In particolare l’eliminazione di squadre come Trapani, Pisa ed Alessandria. Che idea ti sei fatto?
“I Play Off non hanno nulla che vedere con il campionato. Ci sono squadre che ci arrivano senza avere nulla da perdere. Vedi la FeralpiSalò, a cui se perde dicono brava lo stesso. Se io mi chiamo Catania e perdo, invece, devo scappare. Poi c’è da dire che i Play Off sono un campionato a parte. Conta la condizione atletica più che la tecnica. Il Catania non gioca da un mese. Bel problema questo”.

L’avversario verdeblu merita il massimo rispetto per quanto fatto finora. Sei d’accordo?
“La FeralpiSalò è una ‘squadraccia’. Formazione che gioca a calcio, non una squadra facile da affrontare. I valori tecnici e generali sono differenti tra le due formazioni, ma ci sono tante considerazioni che fanno sì che questa partita debba essere presa con le molle. Altrimenti si potrebbe andare incontro a spiacevoli conseguenze. E’ una partita che nasconde molteplici insidie per il Catania”.

L’Alessandria ha avuto il demerito di accontentarsi all’andata. Il Catania dovrà evitarlo. Che ne pensi?
“Non bisogna dare nulla per scontato. Se puoi ammazzare l’avversario, devi farlo subito. Non accontentandoti perchè nel calcio i verdetti possono cambiare in un attimo. Il Catania deve andare a Salò e chiuderla già lì. Non è detto che se perdi di misura all’andata, poi ribalti il risultato al ritorno. Devi possedere tanta forza morale, cosa che al Catania è venuta un pò meno quest’anno. Meglio, allora, provare a chiudere il match già in Lombardia”.

Il Catania ha optato per l’inserimento nel proprio staff della figura del Mental Coach. Sei favorevole?
“Ai miei tempi sarebbero stati disoccupati. Penso che stimoli e motivazioni le trovi da solo se sei un’atleta vero. Giocando davanti a 50mila spettatori o 1000 sugli spalti, per me era lo stesso. Oggi magari i tempi sono cambiati, il Mental Coach sarà anche una figura utile ma non so fino a che punto possa incidere sull’economia del gioco di una squadra. Le motivazioni le ricavi da dentro secondo me”.

Il carattere sarà un aspetto determinante ai Play Off. Ricordo i tuoi tempi in rossoazzurro, la tua squadra ne aveva da vendere…
“Noi ne avevamo pure troppo. Andai via avvelenato perchè buttammo la vittoria all’andata prendendo l’1-1 del Messina in finale Play Off, un gol da comiche. Ci tagliò le gambe. Al ritorno trascorsi i miei giorni da matto. Andammo a Messina come se la partita fosse già perduta, invece si poteva vincere benissimo. Forse ci fu una mancanza di convinzione da parte nostra. Con quella squadra potevamo battere chiunque e lo dimostrammo nella seconda metà di stagione. Magari pagammo un girone di ritorno esaltante che ci fece arrivare con aspettative diverse. Fu il più grande rammarico della mia carriera”.

In carriera hai avuto anche altre esperienze ai Play Off. Con quali esiti?
“Io i Play Off li ho vinti a Taranto, non segnando. Tutte le volte che sono entrato nel tabellino dei marcatori in finale e semifinale, invece, non ho mai vinto gli spareggi promozione. Ci vuole anche quel pizzico di fortuna che ti aiuta sempre. La più grossa qualità indispensabile non è tanto fisica, ma mentale. E’ importante la freddezza, stare tranquillo e distaccato da tutto l’ambiente. Un conto è giocare i Play Off a Leffe, un conto è farlo in piazze come Pisa e Catania dove è diverso gestire la tensione”. 

Quali considerazioni faresti sugli allenatori Domenico Toscano e Cristiano Lucarelli?
“Toscano allena una realtà che fino a poco tempo fa neanche si conosceva e sta venendo fuori adesso. Il mister l’ho avuto a Cosenza, vincendo la Serie D. E’ un tecnico preparato. Ha fatto bene anche in altri campionati, a Terni. Rappresenta sicuramente un valore aggiunto per la squadra verdeblu. Anche Lucarelli è un buon allenatore. Ha lavorato in una piazza difficile. Lui paga il fatto di avere avuto per un attimo il destino nelle proprie mani e la squadra è venuta meno proprio a 4-5 giornate dalla fine. Ha pagato secondo me oltre i suoi demeriti la delusione della piazza, disputando un campionato importante, svolgendo un lavoro positivo e mi auguro che da qui alla fine possa raccogliere i frutti con la promozione in B. Allora tutti i giudizi cambierebbero. Purtroppo nel calcio contano i risultati nelle valutazioni, però un tecnico andrebbe valutato più per il lavoro svolto che per i risultati. Vincere i Play Off sarebbe comunque un cammino straordinario portato a termine”.

Il Catania può vincere questi Play Off?
“Deve. Io a volte non riesco a non comportarmi da tifoso quando parlo del Catania. Comunque nella veste di addetto ai lavori, dico che il Catania è una delle favorite al successo finale. Poteva esserlo anche il Pisa o l’Alessandria. Sarebbe bello rivedere piazze importanti del Sud che comincino a riprendere quota. Una piazza del genere non può stare in Lega Pro. Sono scaramantico, speriamo che il Catania reciti il suo ruolo da protagonista”.

Alessandro, quando ti rivedremo al ‘Massimino’?
“Io sono venuto quasi in incognito a Catania per ritirare un premio a Lentini di recente. Mi auguro di tornare presto allo stadio riabbracciando i tifosi. Nonostante la mia brevissima parentesi questa città mi è rimasta nel cuore. Uno dei più grossi dispiaceri avuti è stato quello di non avere vestito nuovamente i colori rossoazzurri. Sembra che io abbia collezionato 200 presenze, si è creato qualcosa di magico in quei pochi mesi vissuti. E’ un paradosso. Quando parli di Catania mi luccicano gli occhi perchè ho avuto un rapporto eccezionale con tecnici, compagni, dirigenti. Tutti”. 

Si ringrazia Alessandro Ambrosi per la gentile concessione dell’intervista.

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