Esordio vincente del Catania in campionato. Dopo una lunga serie di rinvii, dubbi, perplessità e bocconi amari scaturiti dalla vicenda farsesca dei ripescaggi, finalmente i rossoazzurri sono scesi in campo. Il Rende non era l’avversario ideale per ripartire, essendo già rodato e tra i più in forma del girone C dopo un eccellente avvio. Chiaramente si sono fatti sentire gli oltre due mesi d’inattività in casa rossoazzurra. Mancavano l’adrenalina, il ritmo e l’intensità che soltanto le partite “vere” assicurano. Era più che normale incontrare difficoltà sul piano fisico contro una squadra veloce, organizzata e che esprime un buon calcio. Il Catania ha sopperito agli handicap con una combinazione di tecnica, grinta, umiltà e dedizione al sacrificio di un gruppo che, unito, ha saputo soffrire e reagire alle avversità.
Molto positivi i primi 20′ caratterizzati anche dal gol di Manneh, poi la squadra di Sottil ha subìto il ritorno del Rende. A seguito del pareggio di Awua, lasciato colpevolmente solo dai difensori e con Pisseri non esente da colpe, i biancorossi hanno continuato a spingere soprattutto sulle corsie esterne creando più di qualche grattacapo alla retroguardia etnea. L’intervallo, però, è stata l’occasione per riordinare le idee e disporsi tatticamente meglio in campo. Il 4-2-3-1 è diventato una sorta di 4-4-2 con un Catania parso più equilibrato e compatto, in grado di concedere meno varchi al Rende, di pressare alto e guadagnare metri.
Coi biancorossi in debito d’ossigeno l’Elefante ne ha approfittato, attendendo il momento giusto per barrire. Coinciso con il minuto 82 quando, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’incornata di Silvestri su pregevole assist di Lodi ha sorpreso i difendenti trovando il varco giusto per l’inserimento. Un successo difficile, generato dalla forza di un gruppo che con rabbia e determinazione ha dimostrato di volere vincere e lo ha fatto. La bellezza del gioco può attendere, per adesso accontentiamoci della fame di questi ragazzi vogliosi di prendersi la rivincita che meritano.
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