BUCOLO: “Orgoglioso di essere catanese. Dico grazie a Lo Monaco ma soprattutto a me stesso. Serie C, ogni anno se ne vedono di tutti i colori…”

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Rosario Bucolo

Su TeleNova (canale 14 del digitale terrestre) è andata in onda la quinta puntata della seconda edizione del format televisivo ufficiale Piacere Calcio Catania. Ha partecipato anche il centrocampista catanese Rosario Bucolo. Ecco le sue parole evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:

“Catania è un popolo di guerrieri, che si è sempre adattato e rialzato nei momenti di sofferenza. Ecco perchè io sono orgoglioso di essere catanese. Catania ha mille riferimenti e sono tutti significativi. Penso all’Etna, al Duomo, Sant’Agata, al Porto. Io sono nato a Monte Po, uno dei quartieri ‘duri’ della città. Sono venuto fuori grazie alla mia famiglia che mi ha tenuto lontana da tante cose. E poi il calcio mi ha indirizzato sulla strada giusta. Io ho sempre voluto fare il calciatore. Ce l’avevo in testa, grazie a Dio è andata bene. Ho indossato per la prima volta la maglia del Catania da ragazzino quando giocavo nella Palestro, poi ho fatto i Giovanissimi con i Gaucci. Facevo il raccattapalle e capitava di rubacchiare qualche magliettina, ad esempio quella di Cordone…”.

“Oggi il calcio è più marketing, gestito soprattutto da aziende, procuratori. Nel mio caso non è mai stato così perchè ho sempre ragionato con il cuore. La canzone ‘Neve al sole’ di Pino Daniele? E’ particolare. Un pò si è persa questo tipo di musica. Io la lego a tante cose. E’ un riferimento che può essere la famiglia, tua moglie, Gesù. E’ una canzone che mi ricorda gli affetti, mi fa stare bene. La Serie C? E’ una brutta bestia, lo abbiamo visto. Lottare uniti è fondamentale. Puoi comprare tutti i giocatori forti che vuoi, ma senza unione non vai da nessuna parte. Io ho fatto tantissima Serie C. E’ un campionato allucinante, ogni anno se ne vedono di tutti i colori. Ci capita di seguire le partite delle altre squadre e notiamo che prendono gol da tutte le parti. Contro di noi invece si trasformano, ma è giusto così alla fine”. 

“A chi devo dire grazie? Un ringraziamento va a Lo Monaco perchè da piccolino mi ha sempre visto benissimo. Voleva farmi esordire in Serie A quando i giovani non sapevano manco chi fossero, poi la data del 2 febbraio ha penalizzato il Catania che si è salvato all’ultima giornata, ma io già da allora ero nel giro della Prima Squadra. Nel calcio, comunque, devo dire sinceramente grazie a me stesso. Cosa succederebbe se segnassi un gol importante? Qualcuno della mia famiglia cadrebbe dagli spalti magari, io non so cosa farei. Il gol lo cerco, ma il mio compito primario è quello di scendere in campo mettendomi al servizio della squadra. So che è importante isolarmi dalle pressioni, aiutando sempre la squadra a dare il massimo e tanta gente mi vuole bene. Io non mi sento un gladiatore, ma semplicemente Saro Bucolo. Scorrerà sempre sangue rossazzurro nelle mie vene”. 

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