ESCLUSIVA – Miceli: “Con Novellino ho vinto quattro campionati, ero un figlioccio per lui. Piazze come Catania lo esaltano. Vincere a Catanzaro si può”

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La storia del Catania passa anche da quei giocatori che per pochi mesi hanno vissuto l’esperienza rossazzurra. Quando Salvatore Miceli lasciò la Sicilia, lo fece in lacrime. Ancora oggi l’ex centrocampista segue, anche se a distanza, le vicende del Catania. Con mister Novellino al timone ha un motivo in più per seguire l’Elefante. Di questo ed altro Miceli ha parlato in esclusiva ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com:

Salvatore, è davvero complicato venire fuori dalla C anche se ti chiami Catania…
“Catania è una grande città, il pubblico segue con amore la squadra. E’ una piazza che non merita l’attuale categoria. Anche la cadetteria starebbe già di per sè stretta. Catania la capisci subito quando arrivi. Pretende tanto, ti dà ma soprattutto gli devi dare. Ci mancherebbe se non fosse così. La C però è difficile, dura, lunga. Se non ti immedesimi in questo campionato è un casino. Non basta la tecnica per imporsi”.

Cosa mi dici di Walter Novellino, tu che lo conosci bene?
“Novellino non si discute. Ho vinto con lui quattro campionati a Venezia, Napoli, Piacenza e Genova sponda Sampdoria. Assicuro al 100% che è un tecnico validissimo. Lui la C l’ha fatta tanti anni fa, però è uno che conosce il calcio a 360 gradi. Piazze importanti e difficili come Catania lo esaltano. Vincere sempre non è facile, ma lui ne ha vinti di campionati. L’esperienza non gli manca, ha giocato anche l’Uefa con la Sampdoria. Non è l’ultimo arrivato. Io sono un suo grande estimatore, ero un figlioccio per lui. Mi volle fortemente. A volte pensavo ‘ma cosa sono per lui, un talismano o un giocatore?!’. Secondo me è l’uomo giusto per il Catania. Quando subentri a campionato in corso non è semplice, ma sa quel che deve fare”.

Adesso arriva il rush finale. Quali sono le armi principali da utilizzare?
“Serve uno sprint determinante. Lo sprint te lo danno i risultati. Lo scorso anno il Cosenza arrivò ai Play Off tutt’altro che da favorito per la vittoria finale. Attraverso una condizione psico-fisica migliore delle altre, però, le ha asfaltate tutte. Nei finali di campionato è proprio questa condizione che fa la differenza”.

Torniamo a Novellino, hai qualche aneddoto da raccontare?
“Te ne potrei svelare un milione. La sua dote maggiore è la caparbietà. Non si arrende mai. Pretende il 110% dal primo giorno di allenamenti alla gara. E’ meticoloso, a volte può sembrare anche burbero ma è uno vero, verace, ci mette il cuore. Se trova una gruppo di uomini prima che di calciatori ne verrà fuori alla grande. Con Novellino la squadra potrebbe avere quello slancio emotivo necessario. Lui sbraita dal primo all’ultimo secondo anche di un semplice allenamento. E’ fatto così. Ogni tanto ci siamo anche sentiti, nutro una grande stima e mi auguro possa rimettersi in gioco perchè ama il proprio mestiere, ti dice le cose in faccia. Mi farebbe tanto piacere se Novellino conquistasse la B ai piedi dell’Etna e proseguisse l’avventura lì”. 

Quanto sarà dura per il Catania imporsi a Catanzaro?
“La squadra giallorossa è guidata da un ottimo allenatore. La rosa è stata allestita per vincere il campionato, la società è solida come il Catania. Parliamo di un’altra piazza importante con un pubblico caldo ed appassionato. Il ‘Ceravolo’ è un campo difficile da espugnare ma nel calcio tutto è possibile, basti pensare a cosa sia accaduto in Champions League con Manchester United e Ajax. Questo match potrebbe avviare il giusto slancio per una rincorsa vincente. Ora il Catanzaro, poi la Juve Stabia saranno partite davvero determinanti per il Catania. Mi auguro che Novellino riesca a trasmettere quegli stimoli in più”.

Ricordi un Catanzaro-Catania del 2004?
“Sì. Vinse il Catania 3-2. Mi auguro che i rossazzurri possano ripetersi. Con Novellino in panchina ho un motivo in più per seguire il Catania. Ovviamente al primo posto c’è il Cosenza ma io tifo anche per il Catania e non potrei sostenere il Catanzaro nonostante abbia giocato lì. Dico ‘Forza Catania’ perchè, inoltre, sono un ex rimasto legato alla piazza che vanta una tifoseria straordinaria”.

Clima di contestazione a Catania, le Curve hanno disertato lo stadio contro il Potenza e minacciano di farlo ancora. Che idea ti sei fatto?
“Non conosco esattamente come sono andate le cose. Certamente Lo Monaco non può dimenticare i tifosi del Catania ai tempi della A o quando vinsero il campionato di B. Se il tifoso fischia, lo fa perchè è una conseguenza di quel che vede. Personalmente ho sempre accettato fischi ed applausi in carriera. Posso capire in questo momento l’importanza di stare vicini alla squadra, però se questa delude le attese è giusto prendersi i fischi. Adesso conta che il Catania faccia il proprio dovere, il pubblico lo merita. Se i tifosi hanno disertato contro il Potenza avranno avuto i loro motivi, ma ripeto non posso giudicare più di tanto perchè non seguo da vicino. Servono più risultati possibili da qui alla fine del campionato, a partire da Catanzaro”. 

Si ringrazia Salvatore Miceli per la gentile concessione dell’intervista.

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