ESCLUSIVA – Criniti: “Esonero Novellino scelta azzardata. Play Off, li vince chi sta meglio e un pò di fortuna non guasta”

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Antonio Criniti

“Totò Criniti, lalalala… Totò Criniti lalalala….”, un coro che spesso i tifosi del Catania tributavano ad Antonio Criniti, nella stagione 2000/2001 quando la squadra rossazzurra militava in Serie C1. Oggi è operativo con grandi professionisti del calcio come Massimiliano Cappioli e Lulù Oliveira organizzando stage di rilievo in tutta Italia, con un sogno nel cassetto: allenare. Ma serve, chiaramente, un progetto serio e non è facile. Criniti è intervenuto ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com commentando le vicende di casa etnea, quando si avvicina l’appuntamento del 15 maggio ai Play Off per il Secondo Turno della Fase Gironi.

Novellino esonerato, cosa ne pensi?
“Novellino e Sottil sono due tecnici validi che stimo e rispetto molto, ma secondo me non da Catania. Il primo ha molta più esperienza ma diciamo che ultimamente è un pò scemata la sua storia. Sottil invece è di grande temperamento, tuttavia per una piazza come quella etnea ci vorrebbe un tecnico non espertissimo ma neanche alle prime armi, ovviamente con il dna da vincente”.

Una scelta un pò azzardata, quindi?
“Secondo me sì. L’obiettivo era ormai delineato, non si poteva fare più di tanto dopo che la Juve Stabia ha ammazzato il campionato. Però sai non sono nella testa di Lo Monaco, non so in base a quali parametri ha optato per questa scelta. Magari il Catania lo ha fatto per dare una strigliata alla squadra, all’ambiente, ma cacciare Novellino che una garanzia te la dava richiamando il precedente allenatore cosa cambia?”.

Sottil, però, conosce bene l’ambiente avendo vissuto un’esperienza molto significativa da calciatore…
“Sottil ha fatto benissimo da giocatore ed è vero che conosce la piazza. Ma conosco Catania. Una cosa è viverci da giocatore, un’altra da tecnico avente la responsabilità di vincere. Sono cose diverse. Catania è molto esigente, non una piazza semplice da gestire”.

Adesso l’Elefante si gioca il tutto per tutto ai Play Off. Come la vedi?
“I valori si azzerano, l’obiettivo del Catania è quello di vincerli ma questi Play Off sono così strani, con tante squadre che vi partecipano. Ai miei tempi il numero di partecipanti era ridotto a quattro, ora è un casino. Comunque alla fine, solitamente, non vince mai la più forte in assoluto ma chi sta meglio. Perchè poi, se riesci ad andare avanti, arrivi a giocare con temperature pari a 34-35 gradi. A giugno, ad esempio, a Catania farà caldissimo. Per il resto i valori tutto sommato si equivalgono. Io ricordo quando vinsi i Play Off con la Sambenedettese. Eravamo nei bassifondi della classifica a dieci domeniche dalla fine del campionato, ma li vincemmo perchè eravamo in salute. Stavamo meglio degli altri, abbiamo massacrato tutti. Ci vuole anche un pizzico di culetto però, entrano in gioco molteplici fattori”.

La qualità è un altro aspetto che fa la differenza in queste tipologie di gare?
“Qualcuno che inventa e dia del tu al pallone potrebbe fare comodo. Ci vorrebbe il Criniti della situazione (ride, ndr). Scherzi a parte, oggi il calcio è diverso. Ormai chi ha talento e possiede una marcia in più a livello tecnico non va. Ora vedi tutti correre. Il calcio è diventato la maratona di New York. Si cercano gli Usain Bolt, tanta corsa”.

Tra le formazioni partecipanti ai Play Off, a chi sei rimasto affettivamente più legato, a parte il Catania?
“Cito anche Sambenedettese e Reggina dove sono stato benissimo. Meriterebbero tutt’e tre la B, però purtroppo non è possibile. C’è anche il Catanzaro, piazza che mi ha lanciato. E’ ben attrezzata, si tratta di una bella squadra che sta bene e potrebbe arrivare lontano, molto ben allenata. Sono città che portano tanto pubblico sugli spalti, però Catania è Catania. Una piazza da A. Mi auguro che i tifosi tornino in massa allo stadio per incitare la squadra, ma sarà certamente così. Io sono rimasto innamorato di quei colori”.

Purtroppo la stagione rossazzurra 2000-01 non andò come speravate…
“Arrivammo alla frutta dopo un girone di ritorno brillante. Il pubblico ci ha trascinati, fu una cavalcata incredibile. Con l’Avellino eravamo in salute, in finale però trovammo un Messina più fresco di noi, anche se meno attrezzato. Effettivamente eravamo cotti e questo aspetto fu decisivo, ma quel Catania meritava la B”. 

Si ringrazia Antonio Criniti per la gentile concessione dell’intervista.

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