ESCLUSIVA – Raimondi: “Catania, a Reggio con organizzazione. Lo Monaco dirigente capace, forse prenderà un nuovo DS”

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Dopo Marco Piga, abbiamo avuto il piacere di contattare un altro ex di Catania e Reggina. Parliamo di Aldo Raimondi, che in rossazzurro ha totalizzato una cinquantina di presenze andando molto vicino alla promozione in Serie B nel 1979.

Rendimento un pò altalenante tra casa e trasferta per il Catania. Ci può stare in questa fase?
“Io credo che alla lunga le squadre che provano a programmare qualcosa per la vittoria del campionato vengono fuori. Tra queste il Catania. Ci stanno degli squilibri in questa fase della stagione. Chiaramente deve esserci un assestamento. Ci sono varie componenti che entrano in gioco. Sicuramente questo Catania farà meglio della passata stagione”.

Il livello tecnico si è abbassato di molto in Serie C nel corso degli anni.
“C’era tanto sacrificio prima, adesso mi viene da ridere. Oggi di bello c’è che il gioco si sviluppa tutto in velocità, devi essere preparato al 100% fisicamente. Ai miei tempi giocavamo moltissimo per la maglia. Io ho cambiato spesso casacche, ma un paio di società ti restano nel cuore e non puoi dimenticarle. Tra queste il Catania. Oggi la C è tosta ma se hai una squadra che gioca bene ed organizzata, vai a rete sempre. Importante anche avere un buon assetto difensivo e giocatori intelligenti, oltre ad un pizzico di fortuna che non guasta. Il livello tecnico si è abbassato notevolmente nelle categorie inferiori alla A e non si cura più la marcatura a uomo”. 

Argurio ha lasciato Catania, pensi che Lo Monaco ingaggerà un nuovo D.S.?
“Può darsi che Lo Monaco prenda qualcuno. Io ho molta fiducia in lui. L’ho conosciuto ed anche se ha dei momenti un pò rissosi mastica il calcio da una vita. Credo che farà un giro esplorativo ma il nome eventualmente già ce l’ha. Nel calcio nessuno è fenomeno. Bisogna assumersi le proprie responsabilità ma io lo vedo un uomo capace nel settore, poi devono esserci tante cose incasellate bene. il Catania non ha ad esempio lo stesso budget di altre squadre. Sono difficoltà importanti che devi combattere. Lo Monaco ha puntato su mister Camplone, che ha fatto sempre bene ed è un allenatore quotato sul mercato”.

Reggina-Catania. A Reggio c’è più entusiasmo, questo aspetto può rappresentare un vantaggio per gli amaranto?
“A Reggio si respira un’aria diversa, mentre a Catania c’è un pò di stazionamento. Storicamente Reggio per i colori rossazzurri è una miniera. Ricordo che in B, col campo squalificato, potevamo giocare a Messina o Palermo, invece Massimino preferì andare a Reggio e vincemmo. Negli ultimi anni il trend è un pò cambiato, ad esempio la scorsa stagione è andata malissimo, ma il Catania se l’andrà a giocare tranquillamente. La Reggina è imbattuta, le partite però sono una diversa dall’altra. I calabresi beneficeranno della spinta dei propri tifosi e se tu hai poco carattere potresti andare in difficoltà, ma da metà campo in su il Catania è molto offensivo e, con i giusti movimenti, può andare in gol. Il fattore campo conta relativamente. Il Catania secondo me deve registrare qualcosa in difesa dove c’è un problema di posizionamento. Con la Cavese il centrocampo, reparto che dà equilibrio alla squadra, ha fatto bene. Secondo me sarebbe giusto non alterare gli equilibri lì in mezzo. Il Catania dovrà stare molto attento con gli esterni e soprattutto a gestire la gara a metà campo, giocando spregiudicato ma allo stesso tempo rientrando subito. Ci vuole organizzazione. Devono accorciare e ripartire in velocità, giocare il pallone e sapere interpretare la gara con giuste distanze tra i reparti e compattezza”. 

Nel girone C quale formazione ritieni favorita per il salto di categoria?
“Il Bari ancora non sta venendo fuori perchè anche lì ci sono tante pressioni e correnti sfavorevoli. Bari è una piazza con la stessa passione di Catania e altre importanti città che faticano a riemergere. Non è facile salire di categoria e spendere non è sinonimo di successo. Vedo bene la Ternana e anche il Catanzaro, guidato da Auteri che è uno che ci vede bene, esperto conoscitore del campionato. Chiaramente io faccio il tifo per il Catania, che presto ritroverà la luce e ne sono convinto. Bisogna avere una società solida, questo fattore è più importante del salto di categoria in sè. Spero che il campionato sia equilibrato verso l’alto. Non perdere colpi è determinante. Ci sono partite che non devi perdere, ovviamente in casa non puoi fare passi falsi anche se il fattore campo sta venendo sempre meno nel calcio”. 

Cosa ti spinse ad accettare il trasferimento in Sicilia nel ’78?
“Io venni a Catania su suggerimento della buonanima di Rambone. Mi aveva avuto a Como. Ero un pupillo di Rambone, uno dei grandi del calcio alla sua maniera. Come calciatore ti portava a livello altissimo. Fuori dal campo magari era un tipo un pò estroso ma lui voleva gente che si sacrificava e lavorava bene. Abbiamo avuto un ottimo rapporto. Alla chiamata del Catania dissi subito di sì, da uomo del sud non potevo rifiutare”.

Catania è stato un importante trampolino per te.
“Io fui di proprietà del Como per tanti anni, venni ai piedi dell’Etna in comproprietà, poi a fine anno la società lariana mi riprese. Per pochi spiccioli fu superiore l’offerta del Como rispetto a quella presentata da Massimino. Io a Catania disputai un ottimo campionato nel ’79, purtroppo perdemmo nella sfortunata trasferta di Pisa che rappresentò una delle più grandi delusioni della mia carriera. Quando tornai a Como, non avevo garantito il posto da titolare e decisi di andare via. Feci una fesseria perchè quella squadra andò in Serie A. Se avessi avuto il cervello di adesso, sarei rimasto lì sfruttando l’occasione”.

E dell’esperienza di Reggio Calabria cosa dici?
“Granillo era alla presidenza della Reggina ma già la società si barcamenava nella fase di discesa. Poi ha avuto un’impennata con Martino che li ha portati in Serie A. Adesso con la nuova proprietà sembra esserci registrato un rilancio delle ambizioni amaranto. In Calabria ero giovane, mentre quando indossai la casacca rossazzurra ragionavo di più, diciamo così. Anche a Reggio, comunque, sono stato bene”.

Si ringrazia Aldo Raimondi per la gentile concessione dell’intervista.

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