ESCLUSIVA – Sergi: “Catania, non è il momento di abbattersi. Le imprese esistono. Io con Colantuono da terzultimo a vincitore dei Play Off”

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Michele Sergi

Brevissima parentesi nel 2000 con il Catania della famiglia Gaucci. Ha indossato anche la maglia della Casertana. Si tratta dell’attaccante Michele Sergi, doppio ex della sfida in programma al “Massimino” tra le due squadre. Lo abbiamo contattato telefonicamente ricavando le sue impressioni sulla partita e molto altro.

Quanto ti sorprende vedere il Catania a metà classifica?
“Purtroppo dispiace che il Catania abbia difficoltà ad emergere. Vedendo la situazione da esterno, non so quale sia la causa. Ma ormai noto che anche in Serie A e B le gare sono tutte difficili. Persino in Champions squadre piccole lottano fino alla fine, vedi il Real Madrid che ha rischiato di perdere in casa col Bruges. Spesso in Serie B le prime della classe faticano contro formazioni di bassa classifica. E’ dura per i rossazzurri ritornare nelle categorie che meritano. Nonostante abbia una storia ed una tradizione di tutto rispetto, il Catania non riesce ad approdare nemmeno in cadetteria, che poi sarebbe il minimo per una città come quella etnea”.

Cosa servirebbe, in primis, per risalire la china?
“Un’organizzazione tecnica e societaria impeccabile, devi avere alle spalle una società seria che capisca anche i momenti difficili dei calciatori e ti faccia stare bene. Se emergono problemi societari, i segnali non sono buoni. Ora il Catania è undicesimo e deve anche guardarsi alle spalle, soprattutto se chi sta dietro comincia a guadagnare posizioni. Penso ad una squadra come l’Avellino, ad esempio”. 

Ti è capitato di vivere queste situazioni in carriera?
“Io ho vissuto problemi più che altro di gestione tecnica alla Sambenedettese. Eravamo in C2, si puntava a vincere il campionato con Luciano Gaucci Presidente. Incontrammo tantissime difficoltà però ha voluto che poi ci fosse Colantuono come allenatore. Vincemmo le ultime 10 partite arrivando quinti e vincendo i Play Off nella finale col Brescello. Eravamo terzultimi a dicembre, poi attraverso il mercato di riparazione non arrivò gente di nome. Anche perchè la squadra era già stata costruita per vincere il campionato. Gli episodi ci giocarono brutti scherzi all’andata, molte volte la prestazione non era all’altezza ed abbiamo avuto poca fortuna in determinati occasioni”. 

Eppure, nonostante le difficoltà, avete dimostrano che le imprese nel calcio esistono.
“Noi uscimmo dallo spogliatoio a mezzanotte scortati dalla polizia con i tifosi che ci aspettavano fuori. Perdemmo in casa. Poi nel girone di ritorno inanellammo una serie notevole di vittorie acchiappando i Play Off sul filo del rasoio. Fu una bellissima cavalcata, giocando pure bene. A livello societario, nonostante le difficoltà, Gaucci comunque è stato sempre uno che non ha mai mancato ai suoi impegni, rispettando tutti i contratti. Magari mandava in ritiro la squadra per 2-3 mesi, ma a livello economico non ha mai fatto mancare niente a nessuno. Bisognava solo amalgamare lo spogliatoio. Quell’anno Colantuono smise di giocare e Gaucci gli chiese di trainarci per la salvezza. Addirittura vincemmo i Play Off. Poi Colantuono andò proprio a Catania”.

Chissà, magari il Catania prenderà spunto dalla vostra memorabile cavalcata…
“Molto dipenderà dai giocatori adesso. Da come riescono ad attutire questi brutti colpi. E dall’allenatore che ha una responsabilità importante. Noi ci chiudemmo in noi stessi, cominciammo ad unirci e da lì successe quello che successe. Una città come Catania non può stare in quelle posizioni di classifica. Lucarelli è stato un calciatore di alto livello in Serie A, quindi sa come si può ottenere il massimo dai giocatori. Ripartendo dall’umiltà e compattando il gruppo. I calciatori se saranno predisposti al sacrificio non avranno problemi a migliorare la classifica occupando almeno le prime cinque posizioni. E poi c’è la Coppa Italia. E’ presto per parlare di crisi, i risultati non stanno venendo e le difficoltà ci sono ma il Catania ha le carte in regola per risalire. Queste situazioni Lucarelli le ha già vissute, lui saprà sicuramente come tirare fuori il meglio da ogni calciatore. Il campionato è lungo. Può succedere di tutto. Ci vuole anche un pò di fortuna. Non bisogna abbattersi adesso”.

Forse l’età media della squadra è troppo elevata?
“Non credo che questo rappresenti un problema. In Serie A la Juventus è una delle formazione con l’età media più elevata, con tanti giocatori d’esperienza ma che corrono. Sono grandi anche loro. Adesso l’età media nel calcio si è alzata di molto, non è più come prima quando a 32-33 anni eri un vecchietto. Può darsi che sia più un problema di caratteristiche, venendo a mancare calciatori di gamba in determinate zone del campo”. 

Cosa ricordi delle esperienze vissute al Catania ed alla Casertana?
“Io mi sono trovato sinceramente bene a Catania. Poi sono dovuto andare via perchè lo ha voluto e deciso Gaucci, solo per quello. Altrimenti io sarei rimasto ben volentieri ed ero sicuro di potere dire la mia in quella squadra. Purtroppo sono durato un mesetto. Ho conosciuto ragazzi importanti. Da Zeoli a Muntasser, passando per Capparella, Testini, Turchi, Giubilato e con quest’ultimo ancora ci sentiamo. Ho bellissimi ricordi di quella esperienza. Poi andai a San Benedetto del Tronto e fu una scelta positiva ottenendo il doppio salto dalla D alla C1. A Caserta nel girone d’andata feci 12 gol. Anche lì piazza bellissima, mi sono trovato bene e credo che i tifosi conservino buoni ricordi anche come persona ed è la cosa più importante per me questa. Peccato che a febbraio mi sia fatto male al ginocchio e da lì è cominciata la mia discesa verso la fine della carriera perchè poi non sono stato più me stesso avendo problemi su problemi. Meno male che ho smesso subito, così nessuno poteva rimproverarmi qualcosa (ride, ndr). Il prof. Mariani mi disse che era meglio terminare la carriera perchè, altrimenti, avrei rischiato di mettere le protesi già a 40 anni. Allora smisi di giocare a pallone e non fu facile all’inizio, però avevo mio padre che gestiva una ditta di giardinaggio. Adesso lavoro proprio in questo settore, inoltre sto allenando i ragazzini da Raimondo Marino alla Marino Academy. Sono molto contento perchè vedo giorno dopo giorno i loro progressi. Questo è anche motivo d’orgoglio personale. Cerco d’insegnare ai ragazzi quello che ho imparato io. Mi prendo cura degli Esordienti, c’è anche mio figlio che è un 2008”.

Catania-Casertana, gara da tripla?
“Mi sbilancio sul risultato e dico che, secondo me, vince il Catania contro tutte le difficoltà. Credo che Lucarelli abbia lavorato bene con il gruppo in settimana e spero che i rossazzurri possano vincere. Però se mi chiedete chi vorrei salisse in B tra le due squadre, dovendo scegliere, non me ne vogliate ma per quello che mi hanno dato in quei mesi che sono stati molti di più di Catania, dico Casertana. Sarebbe bello se salissero entrambe di categoria, ma mi pare difficile che la Reggina si suicidi in questo momento”.

Si ringrazia Michele Sergi per la gentile concessione dell’intervista.

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