ESCLUSIVA – Tarantino: “Catania, sono molto pessimista. Curiale deve avere più spazio. In questo momento potrebbe essere meglio giocare a porte chiuse…”

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L’ex centrocampista del Catania Pietro Tarantino, protagonista della promozione rossazzurra in C1 nel 1998-99 e che ha anche indossato in carriera la casacca della Casertana, concede un’intervista ai nostri microfoni analizzando le problematiche in casa etnea:

Pietro, che idea ti sei fatto di quanto succede al Catania ed al calcio siciliano in generale?
“Il Palermo in caso di promozione in Serie A si sarebbe potuto salvare, invece è rimasto in B ed è scomparso. Mi auguro che non sia così per il Catania perchè si tornerebbe indietro a 30 anni fa, quando in Sicilia scomparvero praticamente tutte le squadre a livello professionistico. Il Trapani adesso milita in B ma non naviga in acque limpide. Mi auguro che i problemi societari si risolvano e che i giocatori facciano la loro parte, anche perchè quando non arrivano i risultati si creano malumori in tutto l’ambiente”.

E’ più facile che un momento del genere carichi o abbatta i calciatori? 
“Il calciatore è un professionista e tutto questo non deve toccarlo personalmente. Io con il Savoia senza società e nove mesi senza percepire stipendi, riuscì a vincere i Play Off. Quando il giocatore va in campo dimentica tutto. Il Catania deve entrare nel rettangolo di gioco per vincere domani. Quello che succede fuori è di competenza di altri soggetti”.

Quanto può essere penalizzante giocare a porte chiuse per il Catania?
“Il pubblico di Catania è il dodicesimo uomo, io lo so bene soprattutto per le emozioni provate in quel famoso Catania-Messina che ci diede la promozione. E’ sempre brutto giocare in assenza di pubblico e Catania è una piazza che pretende sempre il massimo. Forse in questo momento, però, paradossalmente può essere la cosa migliore per i giocatori che non vengono contestati e la palla non peserà 5 chili. Magari così giocano più tranquilli e si può fare meglio. Ma la Casertana non è un avversario semplice da affrontare. E’ una partita da tripla. Il Catania possiede l’arma in più che è rappresentata dalla qualità della rosa. Speriamo che domenica dimostri tutto il potenziale di cui dispone”.

Da Avellino al crollo, come te lo spieghi?
“Il Catania era partito bene all’inizio, però notai che la squadra stesse prendendo troppi gol evitabili. Poi le cose sono andate a peggiorare da questo punto di vista. Anche lo scorso anno il Catania difettava in termini di carattere. E’ una bruttissima cosa questa. Ed il Catania deve stare attento a guardarsi alle spalle. Quando la classifica è corta, se vieni risucchiato e non hai giocatori di carattere che riescano ad assorbire questi problemi è dura. Attenzione, può succedere l’irreparabile. Mi dispiace essere drastico però dobbiamo guardare in faccia la realtà, sia la coda che la testa della classifica. Anzi, prima ancora la coda facendo punti per uscire da questo brutto momento”.

Qualche senatore della squadra a rischio partenza a gennaio, cosa ne pensi?
“Il primo a pagare è stato l’allenatore. Tra i senatori, Lodi l’ho sempre ritenuto un leader indiscusso ma, quando non vengono i risultati, proprio i senatori sono i primi ad essere messi in discussione. Il tecnico ha già pagato. Si avvicina il mercato ed il Catania deve fare le attente valutazioni del caso. E non è facile rimpiazzare i partenti, specialmente se tra questi ci fosse Lodi che, tecnicamente, in C non ha rivali o quasi. Quando si parte con l’obiettivo di vincere il campionato e poi ti ritrovi a +6 dai Play Out, qualche problema c’è”.

Forse servono più giocatori di gamba?
“In tutte le categorie ormai si privilegia la corsa. Ho visto Atalanta-Juventus in tv, fino a quando i bergamaschi avevano l’intensità giusta avrebbero potuto anche vincere, poi la Juve ha fatto tre gol perchè tecnicamente i bianconeri sono i più forti di tutti. La corsa è fondamentale in tutte le categorie, quando cali fisicamente prendi pochi gol in 7 minuti. Il calcio moderno è questo. Anche il ruolo del portiere è cambiato, nel senso che partecipa pure lui alla costruzione della manovra da dietro”.

Cosa può dare ancora Curiale al Catania e che ne pensi dei cambiamenti tattici con Lucarelli al timone?
“Curiale per me è sempre stato un giocatore importante per il Catania, ma gli hanno dato poco spazio. Può far fare il salto di qualità alla squadra ricevendo maggiore fiducia. In quest’ottica sarebbe ancora meglio se andasse a segno anche contro la Casertana. Il Catania è ripartito da Lucarelli, ereditando una situazione pesante in fatto di gol subiti. Quando prendi tanti gol, l’allenatore deve fare una lucida analisi. Giusto prima non prenderle e poi darle. Il Catania il gol, se non lo subisce, può realizzarlo in qualsiasi momento. Poi i moduli vanno interpretati. Ad esempio un 3-5-2 può anche essere interpretato in chiave offensiva. Perdi qualcosa sugli esterni magari. Adesso Lucarelli preferisce in prevalenza giocare a specchio. Non so se è un vantaggio questo. Per me dovrebbero essere gli avversari ad adeguarsi al Catania, non viceversa. Ma io non ho il quadro della situazione davanti, a differenza di Lucarelli”.

Sei ottimista o pessimista circa la possibilità di raddrizzare completamente la stagione?
“Dico la verità, io sono molto pessimista. All’inizio ero ottimista nell’ottica di vincere il campionato, oggi però sono pessimista perchè, vivendo in una città come Palermo e vedendo quello che è successo qui, sento qualche dichiarazione fatta dal Direttore e non mi convince. Mi dispiace dirlo ma ad oggi è così. Poi la speranza è ultima a morire. Purtroppo però si parla troppo di vicissitudini societarie. All’interno si dovrebbe un pò mascherare la cosa, ma se se ne parla spesso anche all’interno vuol dire che c’è un problema serio”.

Si ringrazia Pietro Tarantino per la gentile concessione dell’intervista.

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