CATANIA: il ritorno alla difesa a tre non paga. Terni ha lasciato strascichi. La situazione degenera, salvare la nave che affonda

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Prima sconfitta interna del Catania in questa stagione e primo storico ko casalingo al cospetto del Monopoli. I pugliesi hanno confermato il buon momento di forma riuscendo ad imporsi su un campo tradizionalmente tabù. Quarto posto in classifica nient’affatto casuale per la formazione biancoverde che ha dimostrato la propria superiorità al “Massimino”. Anche se la condizione psicofisica tutt’altro che ottimale del Catania ha influito in misura considerevole nell’economia del match. Mister Lucarelli ha rispolverato la linea difensiva a tre nella speranza di creare un valido argine contro un avversario temibile ed in salute. I rossazzurri, però, hanno faticato in tutte le zone del campo non riuscendo mai a trovare il bandolo della matassa. Ad eccezione di qualche sporadica iniziativa.

La sconfitta di Terni ha lasciato strascichi importanti e le recenti dichiarazioni del dimissionario A.D. Pietro Lo Monaco hanno ulteriormente appesantito il clima. La conseguenza è che l’ambiente sia sempre più scollato e la squadra appaia dimessa. Il gruppo sembra dare segnali di resa ma Lucarelli annuncia di non avere alcuna intenzione di abbandonare il timone. Giusto così, fa bene a metterci come sempre la faccia. Bisogna essere realisti, però, nel riconoscere che questo Catania sia involuto, sfiduciato e rischi di farsi travolgere dagli eventi. Tifosi e calciatori vivono un’agonia, gli sviluppi del mercato di gennaio non hanno inviato segnali incoraggianti e non è facile vedere le cose in una luce positiva. La situazione sta degenerando, inutile girarci intorno. Non avendo solidi punti di riferimento in un contesto di grande incertezza, ora più che mai bisogna adoperarsi per salvare la nave che affonda.

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