RICCHIUTI: “12 marzo 2010, serata fantastica a Catania. Barrientos più forte di Gomez, Simeone e Mihajlovic sempre nel mio cuore”

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L’ex calciatore del Catania Adrian Ricchiuti, ai microfoni di Unica Sport, ricorda il famoso Catania 3-1 Inter del 12 marzo 2010 svelando qualche aneddoto ai tempi in cui militava in rossazzurro, e non solo. Spazio iniziale all’emergenza Coronavirus:

“Rimini è una delle città più colpite, quindi stiamo vivendo male però giustamente occorre stare a casa. Bisogna resistere, non è facile. Capisco che eravamo abituati a vivere la vita frettolosamente. Tocca adattarci, speriamo che questa situazione finisca prima possibile. Il popolo italiano è intelligente. Spero che l’economia si sappia rialzare. Mi dispiace per chi non ce l’ha fatta e tutti quelli che stanno soffrendo, ma l’Italia ce la farà. Medici e infermieri li ringrazio per tutta la vita. Non ci sono parole per ringraziarli. Mi auguro che quando finirà tutto questo qualcuno pensi anche a loro per quello che hanno fatto e stanno facendo. Non hanno un giorno di tregua e stanno cercando di salvare più vite possibili. La gara fissata a Rimini per il mio addio al calcio era prevista per il 26 maggio, ma adesso la cosa è in stand-by perchè non mi sembra corretto giocare alla luce di tutto quello che sta accadendo. Sarebbero dovuti venire anche tanti ex compagni di squadra del Catania e non solo. Vedremo più avanti”. 

“Il ricordo di Catania-Inter del 12 marzo 2010? Serata fantastica. Pioveva ma a fine gara è stato come fosse uscito il sole. Mister Mihajlovic non ci ha mai fatto sentire inferiori all’Inter. Massimo rispetto ma lui ci ha sempre trattato come se potessimo battere tutti. Infatti riuscimmo a piegare anche la Juve all’andata. Lui è un motivatore incredibile. Volevamo vincere quella gara e l’abbiamo vinta, sovrastandoli. Perdevamo 1-0 ma si è vista una carica emotiva notevole, Mascara ha fatto il cucchiaio, Maxi Lopez siglò il primo gol su un’azione bellissima, Martinez allo scadere andò a segno con quella forza e tranquillità mandando a vuoto Lucio. Serata da incorniciare. Giusto ricordare il passato, anche perchè c’è gente che quelle cose non le ha vissute. Il gesto tecnico di Mascara fu un colpo che solo un grande giocatore poteva fare. Io non lo avrei fatto, non ero rigorista ma lui è stato un idolo a Catania e sentiva tutta la città alle spalle. Quando è così non hai paura di niente. Vedendolo calciare in quel modo subentrava la paura in ognuno di noi, ma è stato ancora più bello vedere una rete fantastica. Adesso allena il Biancavilla, mi sembra invecchiato ed ingrassato (ride, ndr)”. 

“Mihajlovic? Grande allenatore e grandissima persona. Io sono molto sincero. Ho avuto tanti allenatori e tanti dicono sempre le stesse cose. Lui no. E Simone è uguale a Sinisa. Sono tecnici che pretendono tanto ma ti danno anche tanto. Gli unici due che quello che dicevano facevano, li porterò sempre nel cuore. Tutti ti lasciano qualcosa, ma da allenatore in futuro vorrei essere come loro. Gomez? Lo sento. E’ tutt’ora il top, ma penso che Barrientos sia stato il più forte giocatore visto a Catania. Tutti hanno dato tantissimo a quei tempi, eravamo un gruppo vero. Fuori dal campo non tutti uniti perchè ognuno aveva la propria famiglia, ma sul rettangolo verde eravamo insieme, pronti a realizzare cose eccezionali, come effettivamente è stato. Aneddoti? Tante cose non si possono raccontare. Anche gli italiani ogni tanto bevevano il mate con noi che eravamo in netta prevalenza argentini. Uno dei più grossi bevitori di mate era Andujar, mentre il ‘Papu’ portava i biscotti. Tutte le mattine era così. Tra gli aneddoti, ricordo sempre quando dopo la gara con l’Inter Zanetti portò 11 chili di carne ad Andujar”. 

Il futuro del Catania? E’ una società che possiede potenzialità enormi, con un centro sportivo all’avanguardia. Sono convinto che qualcuno salverà la squadra. Lo Monaco? Tornando a Catania ha trovato una situazione di affanno. Sono sicuro che negli anni abbia preso giocatori validi, però certi elementi non hanno dimostrato quel che potevano dimostrare, non reggendo la pressione. Un conto è giocare in C, un conto in A.  Non si spiega altrimenti perchè adesso molti giocatori andati via da Catania stanno facendo bene”.

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