MARINELLI (Pres. Pergolettese): “Come si fa a litigare tra federazioni, club e giocatori in questo momento? Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca…”

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foto cremaoggi.it

Riportiamo un estratto dell’intervista rilasciata ai colleghi di tuttoc.com da Massimiliano Marinelli, Presidente della Pergolettese, società colpita da due gravi lutti causati dal Coronavirus: l’ex presidente e socio Andrea Micheli di soli 37 anni e il medico sociale Rosario Gentile. Marinelli analizza le difficoltà attuali del calcio italiano:

“Vorrei far capire a certe persone che non vivono la nostra quotidianità, che stanno in casa perché c’è un decreto a stabilirlo, che qui da un mese e mezzo è un via vai di ambulanze, di sirene e ogni giorno perdiamo un conoscente o un amico. Crema, insieme a Cremona è tra le più colpite in termini percentuali, c’è un ospedale da campo in un parcheggio e sembra di essere in guerra con l’esercito a presidiare la città. La situazione è veramente surreale. Non so come si faccia a litigare tra federazioni, presidenti e giocatori in un momento come questo. Bisognerebbe far passare un po’ di tempo e vedere se la situazione migliora perché giocare in queste condizioni non è fattibileSe 58 società su 60 non vogliono ricominciare è per questo, non per non pagare gli stipendi come dice Tommasi. Lui deve avere un po’ più di buon senso, forse gli manca quello. Si faccia un giro in queste zone, poi ne parliamo”.

“Ricordiamoci una cosa. Nessun presidente ha acquisito una società con la pistola puntata alla testa, io lo faccio per amore della città e della squadra per cui tifo fin da bambino, non possiamo però essere considerati delle mucche da mungere fino alla fine. Anche noi siamo persone, oltre che imprenditori con grossissime difficoltà visto il periodo. In questo momento devono essere fatte proposte da valutare e prendere in comune accordo tra club, federazione e AIC“.

“Mi auguro che lo Stato vada innanzitutto incontro alla sanità e dopodiché, quando cercherà di fare ripartire l’economia, dia una mano a tutte le attività sportive. Altrimenti non ci sarà più sport in Italia. Si rischia che l’anno prossimo di 1500 tesserati in Serie C abbiano lavoro solo 400-500 di essi, prevedo il fallimento o la non iscrizione di molte squadre. Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca, veniamoci incontro e troviamo un accordo. Con il presidente Ghirelli, una persona stupenda, non ci saranno problemi, toccherà però anche l’AIC sedersi a tavolino e discutere. Se poi il Governo ci aiuta con la cassa integrazione e defiscalizzazione degli stipendi ancora meglio, se non dovesse farlo l’unico modo per uscirne e garantire la sopravvivenza della categoria è trovare un accordo sui salari dei calciatori che è la voce più pesante a bilancio di ogni club .

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