CORONAVIRUS A CATANIA – Buono Spesa, protesta Comitato Reddito-Casa-Lavoro: “La gente non può morire di fame, ecco cosa chiediamo”

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Protesta del comitato Reddito-Casa-Lavoro sotto gli uffici dell’assessorato ai Servizi sociali di Catania sull’assegnazione dei Buoni Spesa. Una delegazione di famiglie, ognuna esclusa dai sussidi per motivi diversi, porta una lettera in cui vengono esposte le richieste di allargamento del bonus spesa. Ecco quanto riportato:

1) Riaprire la possibilità di fare richiesta ma soprattutto dare la possibilità di ripetere l’operazione a tutti coloro i quali risultano esclusi, e parliamo di migliaia di persone, per errori o discordanze nella complilazione della domanda. Avevamo segnalato per tempo l’eccessiva complessità del modello online, non supportato da un sufficiente centralino in grado di sciogliere, per tempo, i dubbi di tantissimi. Ad oggi che esiste un elenco pubblico, sarà più semplice per i servizi sociali riaprire le domande e collocare le nuove richieste in graduatoria.

2) Allargare il requisito non solo ai residenti ma agli abitanti effettivi della città di Catania. Il nostro ordinamento prevede una netta distinzione tra residenza e domicilio, non capiamo perchè non venga presa in considerazione dal Comune. A causa di questa scelta sono ad esempio esclusi praticamente tutti gli studenti fuori sede, che non è assolutamente detto abbiano una famiglia facoltosa alle spalle, e i migranti. E’ già successo in altre città del sud come Taranto.

3) Utilizzare i fondi stanziati da Musumeci per coprire le decine di migliaia di persone escluse. Con i 6milioni già arrivati a Catania dalla Regione comprire chi è risultato idoneo ma è stato messo in secondo piano e con i 200 milioni approvati dalla finanziaria all’Ars per l’assessorato alla Famiglia e le politiche sociali allargare prima possibile la platea e rifinanziare l’erogazione per i mesi successivi.

4) Adottare la misura del Buono Spesa come stabile e reiterabile. Si è palesato a tutti ormai che non parliamo di una “emergenza” ma di una condizione sociale che andrà avanti per non sappiamo bene ancora quanto, chi ha gravi difficoltà economiche non necessita di aiuti una tantum.

5) L’assessore Lombardo, il Sindaco e tutti il Consiglio Comunale devono farsi pubblicamente carico ed esporsi affinchè, da parte del governo centrale, esista un’effettiva presa di consapevolezza sulle differenze territoriali che tagliano in due il nostro paese: vanno tutelati gli strati di popolazione che già prima di questa emergenza versavano in condizioni di povertà effettiva. Nel dibattito pubblico percepiamo un’elevata attenzione per aziende e imprese ma ben poca per le persone. A Catania si versa in una situazione di effettiva emergenza economica, e questa situazione va affrontata con grande responsabilità.

“Siamo sotto la sede della Direzione Famiglia e Politiche Sociali perchè vogliamo un incontro che discuta le nostre proposte o altri possibili modi per non lasciare indietro nessuno. L’emergenza sociale non può aspettare, la gente non ha più come mangiare, se entro una settimana non riceveremo alcuna risposta saremo costretti a tornare”.

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