GASPARIN: “Pulvirenti, quel progetto non andava modificato. Catania, mi è rimasto cuore e rammarico…”

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Sergio Gasparin

Speranzoso che l’udienza del 25 maggio potrebbe in qualche modo favorire il passaggio di proprietà della società rossazzurra, ai microfoni di sicrapress.it l’ex dirigente del Catania Sergio Gasparin, tuttora apprezzato per l’eccellenza del lavoro svolto ai piedi dell’Etna, torna sui motivi che lo portarono a lasciare la Sicilia dopo avere stabilito il record di punti in Serie A:

“Il Presidente ha voluto modificare l’assetto organizzativo della società che fino a quel momento poggiava su un amministratore delegato/direttore generale come responsabile totale della società. Lo era precedentemente con Pietro Lo Monaco, lo è stato con me, ma il presidente voleva sicuramente essere più operativo su un insieme di scelte. Mi era stato chiesto di rimanere ma io non ci credevo, non ci credo e non crederò mai a quel tipo di strategia impostata a Catania, e i risultati sono stati la logica ed eloquente conseguenza”.

“Ricordo bene ciò che dissi quando lasciai Catania e ciò che accadde dopo quel risultato straordinario dal punto di vista sportivo, tutt’ora record della storia per punti (56) e posizione in classifica (ottavo posto) acquisito dalla società rossazzurra. Dissi che ognuno di noi nella vita ha un grande alleato o un acerrimo nemico, che è il tempo. Il tempo, inesorabilmente, dà ragione a chi ne ha e assegna i torti a chi ha torto. Direi che è stato persino troppo impetuoso nella sentenza e nell’individuazione di dove stavano le ragioni e dove invece stavano i torti, e da quell’ottavo posto in Serie A e quei 56 punti si è inanellata una serie di risultati sportivi ed economici che definire disastrosi è quasi un eufemismo”.

“Non si è capito che la cosa più importante di una società calcistica è la gestione dell’ambiente, dei rapporti all’interno dello spogliatoio e della società, ma anche il punto di equilibrio con i propri collaboratori, fra la proprietà e la squadra, fra squadra e allenatore, fra la struttura societaria e la tifoseria, i media. A Catania mi è rimasto il cuore ma anche il rammarico per quello che poteva essere perché ero e sono convinto che quel progetto, se non fosse stato modificato, ci avrebbe regalato grandissime soddisfazioni sportive per molti anni”.

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