PULVIRENTI: le controversie della gestione imprenditoriale dell’ormai ex patron rossazzurro

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Antonino Pulvirenti

Più volte, nel corso della sua carriera imprenditoriale, Antonino Pulvirenti ha fatto i conti con una serie di controversie che hanno in qualche modo tentato di ostacolarne il percorso.

Prima di arrivare alle attuali vicende, nel lontano ottobre del 1993, l’ormai ex proprietario del Calcio Catania venne arrestato a seguito dell’emissione di un ordine di custodia cautelare, con l’accusa di estorsione e calunnie ai danni di sindacalisti della CGIL. Dopo l’acquisto del club rossazzurro nel 2004, a suo carico scattarono due processi, uno per evasione fiscale, l’altro per frode fiscale. Nel primo caso, secondo l’accusa, avrebbe suddiviso le quote calcistiche su altre società della filiera per risparmiare sull’imposta sul reddito; il giudice accerterà l’assenza di reato. Nel secondo caso, sempre secondo l’accusa dei magistrati, l’imprenditore fece precedere la trattativa per il Calcio Catania dall’acquisto del marchio Papizzo attraverso un’operazione simulata utile a creare scorte all’estero. Il processo lo vedrà pienamente assolto, poiché il fatto non sussiste.

Nel 2005 è stato al centro di una dura contestazione da parte del personale di Wind Jet per presunte minacce e comportamenti anti-sindacali. Il 14 maggio di otto anni dopo gli furono consegnate le chiavi della città di Catania per i traguardi raggiunti in ambito sportivo, mentre a marzo 2015 gli venne recapitata una busta contenente minacce di morte e due proiettili. Pulvirenti denunciò il fatto alla polizia, conseguentemente il telefono dell’ex Presidente del Catania fu messo sotto controllo, venendo a conoscenza di un presunto giro di scommesse per salvare l’Elefante dalla retrocessione. Il mese successivo arrivò la notizia degli arresti domiciliari con l’accusa di truffa e frode sportiva, insieme ad altri dirigenti (tra cui l’ex D.S. Daniele Delli Carri e l’ex A.D. Pablo Cosentino). Nell’interrogatorio del 29 giugno seguente, Pulvirenti confessò di aver comprato 5 partite a 100.000 euro negando di aver mai fatto scommesse. Fu l’inizio di varie vicissitudini giudiziarie che portarono a sanzioni, squalifiche e ammende.

Il 29 gennaio 2016 scatta l’arresto per il crac della compagnia aerea Wind Jet, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, su disposizione dei magistrati catanesi, venendo posto ai domiciliari. Reato di bancarotta quest’anno ipotizzato per la Meridi Srl, tuttora in amministrazione straordinaria e titolare di una catena di supermercati a marchio ‘Fortè’ in tutta la Sicilia che vede numerosi posti di lavoro in bilico, con una importante esposizione debitoria. Fino ad arrivare alla dichiarazione di fallimento di Finaria. Pagine, quelle elencate, che stonano con quanto di eccellente fatto sul piano sportivo riportando il Catania in Serie A e facendo parlare di sè la squadra in tanti anni di militanza nella massima categoria. Adesso si è chiuso un ciclo e mentre il Catania prova a ripartire dopo cinque anni nefasti, sono in corso di accertamento ulteriori eventuali responsabilità giudiziarie di Pulvirenti.

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