MOMENTO DIFFICILE: Catania, il peso dei limiti supera gli errori arbitrali. Baldini, bocciata la scelta del 3-4-3

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E sono quattro le sconfitte in campionato. Appena quattro i punti conseguiti dal Catania finora dopo le prime sei giornate. La classifica piange, visto che solo Potenza e Vibonese hanno fatto peggio dei rossazzurri. E potrebbe piangere a dirotto, quando arriverà la penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi entro la data del 2 agosto. Il Catania ha perso tra le mura amiche una gara che, nelle intenzioni dei rossazzurri, si sarebbe dovuta vincere a tutti i costi. Invece l’Elefante ha registrato significativi passi indietro dopo quel che di confortante si era visto a Catanzaro. Una brutta sconfitta, che rischia di lasciare un segno indelebile. Il gruppo è volitivo, generoso, non si arrende di fronte alle difficoltà ma continua a commettere tanti errori determinanti nell’economia della partite.

Troppi regali concessi ad un avversario notoriamente molto pericoloso in fase offensiva che, non a caso, al momento vanta il migliore attacco del girone con 11 reti all’attivo (in coppia col Bari). Giusto, in tale contesto, sottolineare che nelle ultime gare l’arbitro ci ha messo del suo. Grave a Catanzaro la mancata espulsione di Carlini ed il calcio di rigore letteralmente “inventato” in favore delle aquile. Nell’espulsione di Russini pesa soprattutto il primo cartellino giallo, ravvisando il direttore di gara una simulazione inesistente. Forse una delle reti della Turris è in fuorigioco. Episodi che hanno il loro peso specifico, ma non in misura maggiore dei limiti strutturali di questo Catania troppo vulnerabile in difesa, impreciso e poco lucido in mezzo al campo. Di positivo c’è che la squadra si è sbloccata in avanti ponendo in risalto la figura del promettente centravanti Moro.

Ma la coperta è corta, non è stata ancora trovata la quadratura del cerchio e la scelta tattica sorprendente di schierare il Catania secondo il 3-4-3 non ha pagato. Baldini ha inteso giocare a specchio, evidentemente per assicurarsi una maggiore copertura sulle corsie esterne dove la Turris era dotata d’individualità tali da mettere in difficoltà la difesa del Catania, come poi effettivamente è stato. Ma modificare un assetto ormai consolidato, passando alla difesa a tre unità per contrastare la spinta di un avversario che applica a memoria gli schemi di Caneo è stato un azzardo. Giusto, pertanto, attribuire delle responsabilità al tecnico di Massa probabilmente anche in sede di preparazione del match. Non è arrivato, però, il tempo di gettare la spugna. Al netto delle solite preoccupanti amnesie e carenze presenti nell’organico di Baldini, si riparte dalla reazione del Catania nel secondo tempo e dalla voglia del gruppo di rialzare la testa. Ma c’è da lavorare sodo per migliorare e ridurre al massimo il margine di errore.

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