ESCLUSIVA – Ciceri: “Catania, cancella le critiche giocando con lo stesso spirito di Bari. Quel gol a Torre del Greco che spianò la strada verso la B…”

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Un centinaio di partite disputate con la maglia del Catania, tra il 1974-76 e nella stagione 1978-79. Grandi ricordi in in rossazzurro. L’ex attaccante Claudio Ciceri è tuttora molto legato al Catania, anche se vive a Reggio Emilia si tiene sempre aggiornato sulle vicende che riguardano la squadra dell’Elefante. In vista di Turris-Catania, partita che lo vide grande protagonista nel 1975 festeggiando la vittoria del campionato di Serie C, Ciceri rilascia un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com:

Claudio, come analizzare il momento vissuto attualmente dal Catania?
“So bene quel che sta accadendo. Ne parliamo spesso anche con Nino Leonardi, Gigi Chiavaro, Nino Cantone e Mimmo Ventura, che furono miei compagni a Catania. Sono abbastanza aggiornato purtoppo sulle vicende. Mi auguro che Torre del Greco rappresenti una tappa positiva per il Catania, reduce da un pareggio ad Andria e una brutta sconfitta interna col Catanzaro. E’ chiaro che in una situazione così bisogna che i ragazzi siano uniti e giochino per il loro futuro. Perchè è troppo facile demotivarsi adesso per via delle vicissitudini societarie. Devono assolutamente cercare di fare un finale di stagione all’altezza. Per loro prima di tutto, ma anche per il futuro del Catania che è ancora un’incognita perchè non si sa cosa succederà”.

Questo non capire cosa succederà pesa nella testa dei giocatori, ma c’è il campo come fonte di distrazione.
“Dopo la partita con l’Andria ho sentito delle critiche che sono normali quando non arriva il risultato, anche nei confronti dell’allenatore, lo stesso che finora era stato portato in palmo di mano dai tifosi e la stampa. Questi sono segnali che vanno cancellati con una buona prestazione a Torre del Greco. E sarà una gara difficile perchè i corallini hanno una squadra competitiva e cercano di piazzarsi nelle prime posizioni per avere un vantaggio nei Play Off”.

Il Catania può avere ancora più fame della Turris sapendo che c’è una categoria da difendere anche sul campo?
“Certo, assolutamente. Devono entrare in campo con lo stesso spirito di Bari. Lì fecero davvero una grossa prestazione, pareggiando con un pirotecnico 3-3 ma meritavano anche la vittoria. Non è facile mantenere questo tipo di concentrazione in una situazione dove non sai quale futuro ti attende”.

Facciamo un passo indietro, Turris 0-3 Catania nel 1975. Mentre si avvicinava quella partita, cosa scattava in voi giocatori?
“C’era tanta tensione accumulata perchè tutto l’anno andavamo col Bari fianco a fianco, con 1-2 punti di differenza. Torre del Greco era l’occasione per chiudere la stagione con la promozione, non potevamo lasciarcela scappare. Fummo molto concentrati ma la Turris non ci regalò niente. Loro giocarono un primo tempo con il coltello tra i denti. Nella ripresa le nostre motivazioni fecero la differenza, poi dopo il mio gol la Turris ha mollato ed è stato un trionfo, un apoteosi. La svolta di quella stagione fu rappresentata dalla gara di Reggio Calabria, dove perdavamo 2-0 e poi riuscimmo a ribaltare il risultato. Quel 2-3 ci fece capire che potevamo arrivare primi perchè avevamo una squadra davvero molto competitiva. Eravamo un bel gruppo, affiatato. Massimino era motivatissimo, i tifosi ci incitavano. Abbiamo vissuto periodi di calo ricevendo anche delle critiche ma siamo stati sempre primi in classifica, nel contesto di un campionato molto difficile. Allora si giocava a uomo, con ruoli fissi. Non c’era ancora la zona, però la qualità dei giocatori era molto alta. Ora vedo anche calciatori in A che sono davvero molto modesti rispetto ai miei tempi”.

Doppio salto di categoria per Moro, ceduto al Sassuolo. Te lo aspettavi?
“L’ho seguito quest’anno. E’ un giocatore con buone prospettive, mi sembra soprattutto un bravo ragazzo, umile, semplice che non si è montato la testa. Prevedo una carriera importante in Serie A perchè, al giorno d’oggi, realizzare tutti i gol che ha fatto lui in giovane età, anche se in C, è un bel biglietto da visita. C’è da dire però che non ha Spagnolo di fianco perchè altrimenti avrebbe siglato meno reti (ride, ndr). Moro ha tutte le caratteristiche per potersi mettere in luce anche in A. Va in una piazza che io conosco molto bene, una piazza per i giovani. Farà molto bene anche in Serie A, vedrete. Il Sassuolo punterà su di lui come punta centrale”.

Quando militavi nel Catania, avresti potuto trasferirti in una grande squadra. Ti rimase qualche rammarico?
“Mi aveva chiesto la Lazio per sostituire Chinaglia, ma Massimino non mi cedette ai biancocelesti. Erano altri tempi comunque, perchè oggi i procuratori ti mandano ovunque. Alla Lazio avrei fatto sicuramente bene perchè quella è una società che tradizionalmente ha sempre lanciato giovani importanti. Anche Spagnolo avrebbe meritato una carriera molto più importante ma eravamo di proprietà della società, che faceva i suoi interessi. Il Catania, comunque, mi comprò per 200 milioni di lire dal Chieti vendendomi per un miliardo al Varese. Massimino fece una bella operazione sul piano economico”.

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