FARACI: “Azionariato popolare a Catania? Necessario serio progetto imprenditoriale e comunicare bene al pubblico”

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Tra le iniziative messe in moto dai sostenitori etnei, spiccano quelle relative all’azionariato popolare. A proposito di questa formula gestionale, QdS.it ha rivolto alcune domande al prof. Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’ateneo catanese. Riportiamo di seguito un estratto dell’intervista:

“Sono a conoscenza della recente iniziativa di un comitato di promotori di azionariato popolare animato da alcuni importanti professionisti cittadini. Immagino che vogliano raccogliere adesioni di privati, interessati ad acquisire una piccola quota del capitale sociale della nuova società che si costituirà su iniziativa di investitori ed imprenditori privati per rilanciare il nuovo Calcio Catania. Il successo di questa iniziativa di mobilitazione dipenderà da cosa verrà scritto nel bando del Comune di Catania per individuare la nuova società cui sarà affidata la gestione del Cibali e che dovrà provvedere all’iscrizione della squadra nella serie indicata dalla Lega Calcio, auspicabilmente la serie D. In altri termini, bisogna capire quanta parte del capitale sociale della nuova società verrà assegnata ai piccoli azionisti dai nuovi investitori”.

“Il modello padronale nel calcio in cui tutto avviene a porte chiuse è destinato a tramontare un po’ ovunque, lo si vede già in serie A e anche nelle serie minori. Catania ha conosciuto tre esempi di governance padronale (Massimino, Gaucci, Pulvirenti) molto diversi fra loro per leadership del Presidente, spirito di attaccamento alla bandiera rossazzurra, capacità di spesa e di investimenti, coinvolgimento di professionisti nella conduzione della società. Ma in tutti questi modelli, al manager professionale si preferiva spesso l’uomo di fiducia della proprietà molto obbediente al padrone ma poco attento ai principi di una sana, corretta ed indipendente gestione aziendale. Quando si vuole costruire qualcosa con ‘i soldi degli altri’, che sia una squadra di calcio o anche una compagnia aerea, ci vogliono seri progetti imprenditoriali con metriche di rendimento ben precise, bisogna individuare prima i manager che li porteranno avanti, è necessario saper comunicare bene al pubblico e correttamente, senza ricorrere a slogan. Altrimenti, la raccolta di quote diventa una forma di elemosina che non si addice al mondo del calcio, nemmeno quando – come nel caso dei tifosi del Catania – il cuore batterà sempre forte per la squadra locale”.

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