VIAGGIO NELLA STORIA DEL CATANIA: dai rossazzurri di Simonelli al trionfo di Taranto che valse il ritorno in Serie B

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Il cuore del Calcio Catania ha smesso di battere ma ora ci si prepara ad una ripartenza con Ross Pelligra al timone rossazzurro. Attraverso questa rubrica intendiamo effettuare un viaggio nella storia del Catania. Una storia fatta di gioie, dolori, emozioni, momenti delicati e di grande entusiasmo.

In questi giorni abbiamo parlato dell’inizio di una storia rossazzurra, quando il Catania assunse la denominazione di Società Sportiva Catania prima, di Associazione Fascista Calcio Catania dopo, fino ad arrivare alla nascita del Club Calcio Catania e del Calcio Catania SpA. Andiamo avanti con il 63/o appuntamento della nostra rubrica, giungendo alle annate che videro gli etnei lottare per il salto in Serie B, divenuto realtà nel 2002 (fonte Tutto il Catania minuto per minuto).

Nel 99/2000 viene smantellata la squadra della promozione in C1. Vanno via alcune “bandiere” come Gennaro Monaco, Bifera, Furlanetto e tanti altri. I programmi sono a lunga scadenza (si parla di serie B in tre anni). C’è un nuovo direttore sportivo: Guido Angelozzi (catanese purosangue ed ex giocatore etneo anni 70′). Un nuovo allenatore che pratica il gioco a zona come Gianni Simonelli. Ma soprattutto tanti volti nuovi tra i giocatori: Napolioni, Facciotto, D’Angelo, Pagano, De Silvestro, Recchi e cosi via. Tra i “vecchi” rimangono Passiatore, Manca e Marziano. Il Catania si piazza al 7° posto.

Nel 2000/2001 la società viene rilevata dalla famiglia Gaucci che promette subito la serie B. Riccardo Gaucci è il nuovo presidente, mentre tra i giocatori ci sono diverse facce nuove: Umberto Marino, Turchi, Zeoli, Cicconi, Campolo, Capparella, Zancopè, insomma, tutta gente di prim’ordine per la serie C. La squadra, disputa un girone di andata piuttosto deludente, e ne fanno le spese l’allenatore Ivo Iaconi (esonerato per ben due volte e sostituito in entrambe le circostanze da Vincenzo Guerini) e alcuni giocatori. Il Catania si riprende, e grazie ad un favoloso girone di ritorno, e all’innesto di qualche giocatore di categoria superiore come Pane, Cordone, Corradi, Ambrosi e Criniti, arriva meritatamente il 3° posto che vale l’accesso ai playoff. Nel primo turno il Catania affronta il forte Avellino e riesce ad avere la meglio. Quindi va in finale contro i cugini del Messina. La partita di andata si gioca al Cibali e gli etnei non vanno oltre lo 1-1. In terra peloritana, invece, la spunta di misura il Messina.

L’amara e cocente delusione messinese ha le sue conseguenze. La formazione che ha sfiorato la promozione è parzialmente smembrata: spiccano le mancate conferme del difensore Orfei, dei centrocampisti Apa e Bresciani, del trequartista Criniti, del bomber Ambrosi e, soprattutto, di Vincenzo Guerini, mister della grande cavalcata. Ammaliato dal gioco veloce e veloce e spettacolare dell’Avellino – formazione che aveva fatto soffrire più del dovuto i rossazzurri nelle semifinali playoff – Riccardo Gaucci decide di puntare su Aldo Luigi Ammazzalorso. Dall’Irpinia, insieme al tecnico argentino, arrivano il portiere Sansonetti, l’arcigno difensore Massimo De Martis e il talentuoso esterno Michele Fini.

A un anno esatto dall’amarezza di Messina si materializza lo stesso scenario: playoff da terza in classifica. La doppia finale, dopo avere eliminato il Pescara di Ivo Iaconi (ex dal dente avvelenatissimo), è contro il Taranto allenato dall’ex Simonelli. Con i pugliesi si raggiunge l’apice di una “guerra” a distanza tra le due società che ha segnato buona parte della stagione, con continui botta e risposta, accuse e veleni. L’andata si disputa al Cibali il 2 giugno: una prodezza balistica di Fini decide una gara tesissima. A differenza dell’anno precedente i rossazzurri arrivano ai decisivi novanta minuti con il vantaggio di avere due risultati su tre e con la carica del presidente Riccardo Gaucci che decide di seguire la squadra nella difficile e pericolosa trasferta pugliese.

Il 9 giugno 2002, nella bolgia dell’“Erasmo Iacovone” di Taranto, gli uomini di Graziani e Pellegrino disputano la gara perfetta, strappando quella Serie B disegnata “incautamente” dai giardinieri tarantini sul campo da gioco jonico. Lo 0-0 finale sancisce la promozione del Catania, che torna in Serie B dopo quindici anni di attesa ed interminabili sofferenze. Nel settore ospiti dell’impianto tarantino i tifosi etnei saldano il conto: “Noli offendere Patriam Agathae quia ultrix iniuriarum est!” (Non offendere la Patria di Agata perché ella è vendicatrice delle ingiurie).

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