La crescita nel vivaio della Juventus, l’esordio in Serie A (un tempo giocato a Bergamo, vittoria per 2-1) con la Roma di Rudi Garcia nel 1995 (c’erano anche De Rossi e Nainggolan in quella squadra), l’anno successivo un’altra presenza in A, stavolta a Empoli, poi un passaggio importante a Brescia (tre stagioni in B, una delle quali da titolare), il trasferimento al Deportivo La Coruna e l’approdo al Palermo. Queste le esperienze professionistiche del 27enne difensore salernitano Michele Somma, che ha già raggiunto Ragalna con il pieno di motivazioni e fiducia dopo avere lasciato Palermo (risoluzione consensuale con il club rosa).
Soffermandoci su alcune curiosità legate al profilo del difensore centrale che, all’occorrenza, può anche ricoprire il ruolo di terzino, Michele è il figlio di Mario Somma, ex calciatore professionista ed unico tecnico nella storia del calcio italiano a vincere tre campionati consecutivi con tre squadre diverse, oltre che opinionista e telecronista. L’esordio di Michele arriva 32 stagioni agonistiche dopo quello del padre Mario (1982/1983), che calcò per la prima volta i campi della massima serie italiana nel ’82/’83, con la maglia del Genoa. Fino all’età di 10 anni Michele ha praticato parallelamente basket ed è un grande appassionato di tennis, sport nel quale apprezza particolarmente lo svizzero Federer. Sin da bambino tifa Salernitana, squadra della città in cui è nato, dove ha anche giocato il padre nonché città d’origine del ramo materno della sua famiglia.
Nella stagione 2020/21 affrontò il Catania da avversario nel derby vinto dal Palermo allo stadio “Angelo Massimino” in Serie C: a seguito di uno scontro di gioco perse un dente, rompendosi uno degli incisivi. Ciò non è bastato, tuttavia, a spegnere la sua gioia per la vittoria del match, arrivata grazie ad una rete di Mario Santana. Ma adesso c’è tutto il tempo per farsi “perdonare” dai tifosi rossazzurri, che scalpitano per tornare in alto e, magari, riaffrontare al più presto il Palermo.
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