Una colonia di ex Catania e catanesi fa parte dello staff e della rosa del Paternò. Tra questi l’allenatore Giovanni Campanella, che ieri sera ha incontrato alcuni tifosi della Sud a Picanello sottolineando che domenica saranno avversari, «nemici mai». Tifa per il Catania da quando aveva 5 anni. E torna alla mente il match disputato il 12 febbraio 1995, quando Campanella allenava il Gravina.
Lo stesso allenatore del Paternò lo ricorda al quotidiano La Sicilia: «Avevano spinto Massimino dentro a un burrone e il Catania storico risalì rapidamente la china. Con pieno merito. Ma quel giorno allo stadio Cibali vinse il Gravina. Giocavo contro Busetta che giudico e chiamo maestro. Certo, alla fine della gara ero preoccupato perchè rischiavamo di rovinare il successo finale al Catania. Meno male che non andò in quel modo. Da catanese lo avrei avuto sulla coscienza. Ma anche in quel caso la squadra allestita dai dirigenti era davvero forte e poi la spinta del pubblico era come sempre decisiva».
Campanella aggiunge: “Il Catania vincerà il campionato a prescindere dalla gara contro di noi. Corazzata fuori categoria che anche in C farebbe faville, ma qualche particolare lo tengo per me. Intanto bisognerebbe togliere spazio ai giocatori che hanno esperienza, soluzione scontata che tutti gli allenatori tentano di applicare. Sarà emozionante entrare di nuovo in campo. Da catanese credo che diventi uno dei giorni da vivere e da non dimenticare mai più. Per chi come me ama il calcio sarà una giornata particolare. Sono sempre sincero, affrontare il Catania è un momento particolare. Poi, in gara, si pensa alla propria squadra, questo è chiaro”.
Parla anche dei giocatori che ammirava di più da tifoso del Catania: «Quelli dell’ultima Serie A, ma sarebbe scontato. Vado più indietro nel tempo e cito Romano Fogli che era di un altro pianeta anche in termini di personalità. Nomino Mastalli, giocatore di un’altra categoria. Ho avuto la fortuna di avere come tecnico Memo Prenna, che raccontava la sue gesta della storia Serie A con Di Bella allenatore e Marcoccio presidente. Un altro calcio, mi piace ricordarlo con enorme emozione».
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