AMARCORD: da Andreoli a Marino, gli allenatori delle promozioni rossazzurre

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In oltre 70 anni di storia del Catania soltanto un ristretto numero di allenatori ha potuto fregiarsi di una promozione al timone della formazione rossazzurra. Il primo fu Piero Andreoli, il quale nella stagione 1953-54 conquistò la Serie A dopo aver vinto il campionato di Serie B con 43 punti davanti a Pro Patria, Cagliari e Como. Il tecnico veronese rimase al timone della compagine etnea anche la stagione successiva, allorquando il verdetto del campo (un onorevole 12° posto finale) venne ribaltato in sede di giustizia sportiva alla luce dello scandalo Scaramella.

Il Catania dovette attendere cinque anni prima di tornare in massima serie. Artefice del secondo approdo nell’Olimpo del pallone fu l’emergente Carmelo Di Bella, tecnico proveniente dalle giovanili e destinato ad aprire il primo ciclo vincente della storia del club. Seguirono sei stagioni consecutive in Serie A con ottimi piazzamenti (tre ottavi posti) e quattro in Serie B. Nell’annata 1969-70 gli etnei ritrovarono nuovamente la massima serie per merito di Egizio Rubino, il quale riuscì a plasmare una squadra solida e compatta capace di battere la concorrenza del Mantova per il terzo posto finale.

A metà anni Settanta Rubino scrisse un’altra pagina importante della storia del club. Nella stagione 1974-75, con la squadra piombata in terza serie dopo 25 anni tra Serie A e B, il tecnico nativo de Il Cairo vinse il campionato di Serie C al culmine di un’avvincente dualismo con il Bari. Furono determinanti i 38 gol messi a segno dai “gemelli del gol” Claudio Ciceri e Giampietro Spagnolo, “bocche di fuoco” di un collettivo dotato di solidi valori tecnici e caratteriali.

Gli “edonistici” anni Ottanta si aprirono con un nuovo salto dalla C alla B. Artefice tecnico fu Lino De Petrillo, il quale nel novembre ’79 era subentrato in luogo di Gennaro Rambone. L’allenatore casertano riuscì a prendere in mano le redini della situazione e portò la squadra alla vittoria del campionato con due giornate d’anticipo. Decisiva la vittoria di misura sul campo di Reggio Calabria con gol su rigore di Marco Piga, terminale d’attacco di quella formazione assieme a Carlo Borghi.

Fu con Gianni Di Marzio che il Catania visse il momento di maggior splendore di quel decennio. Di Marzio all’epoca era considerato tra i tecnici emergenti del calcio italiano, avendo già allenato tra Serie A e B squadre come Catanzaro, Napoli, Genoa e Lecce. La Serie B 1982-83 vide l’ingombrante presenza ai nastri di partenza di Milan e Lazio, le quali andarono a nobilitare un campionato già di per se competitivo. La volata promozione per il terzo posto tra Catania, Como e Cremonese si risolse tramite spareggi. 40.000 tifosi catanesi sugli spalti dell’Olimpico fecero da cornice allo 0-0 decisivo con i grigiorossi di Vialli e Mondonico.

Dopo la retrocessione nella stagione 1983-84 seguirono anni difficili per i colori rossazzurri. Nel 1993 l’esclusione dal professionismo e il “braccio di ferro” che ne seguì con la Federazione segnarono un punto di svolta fondamentale per la storia del Catania. Gli allenatori Angelo Busetta e Piero Cucchi ebbero un ruolo fondamentale per la “rinascita” del sodalizio etneo, tornato in C1 nel 1999. Gli anni Duemila furono forieri di nuovi successi. Nel 2002 Ciccio Graziani e Maurizio Pellegrino riportarono la squadra in B dopo 15 anni, mentre Pasquale Marino fu l’artefice tecnico del ritorno in A dopo 23 anni.

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