“Voglio soffrire in campo, giocare e andare dietro quella palla rotonda che mi fa impazzire. Fin quando il mio corpo, le mie gambe e la mia testa continuano a dirmi di andare avanti, continuo. E’ la cosa più bella giocare a pallone, io sono innamorato del pallone e del calcio, mi piace stare insieme ai compagni. Fino a quando c’è questa voglia, mi auguro che mi sia data la possibilità di proseguire”. Chiara, anzi chiarissima la volontà manifestata da Francesco Lodi. Queste parole il capitano del Catania le ha pronunciate ripetutamente nel corso della stagione.
La sua idea non cambia neanche dopo avere compiuto 39 anni di età. Si sente pronto per poter continuare a dare un contributo alla causa rossazzurra sul campo, ha un rapporto viscerale con una città che gli ha dato tanto e la voglia di dimostrare ancora di essere un giocatore integro e determinante. Sarà decisivo, tuttavia, il parere della società. Grella e Laneri sono al corrente della volontà di Lodi. Faranno tutte le valutazioni del caso, in attesa di confrontarsi con l’allenatore che si siederà sulla panchina rossazzurra nella prossima stagione.
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Mi dispiace dirlo per la simpatia e gratitudine verso Lodi: il tempo passa anche per lui, in modo più o meno veloce ma passa. Una volta segnava con palla inattiva molte volte e talora anche più volte nella stessa gara. Ora è andato a vuoto quasi sempre e, spesso dagli 11 metri. Rallenta il gioco per l’età: non può essere il centrocampista decisivo, specie per la serie C che il Catania vuole vincere. Resta in società ma ritirati in gloria dal rettangolo di gioco.
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