mercoledì, 12 Novembre 2025
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ESCLUSIVA – GASPARIN: “Catania in testa con merito. Toscano è un condottiero di prima grandezza. Torre del Grifo atto importante dal punto di vista strategico”

È stato l’artefice dirigenziale del Catania dei record guidato da Rolando Maran, che nella stagione 2012-13 si piazzò all’ottavo posto in Serie A sfiorando l’accesso in UEFA Europa League. Sergio Gasparin, Amministratore Delegato del vecchio Calcio Catania tra il 2012 e il 2013, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per commentare l’ottimo stato di forma della compagine etnea e i risvolti futuri del club alla luce della recente aggiudicazione di Torre del Grifo Village da parte del Catania FC.

Il Catania è in vetta al Girone C di Serie C e sta viaggiando sulle ali dell’entusiasmo e la forza dei numeri…
«Tra l’altro di un campionato che dei tre gironi di Serie C mi sembra il più equilibrato in alto. Catania, Salernitana e Benevento sono tre squadre divise da due punti l’una dall’altra. È una compagine, quella rossazzurra, che primeggia nel torneo più difficile dell’intera Serie C soprattutto per quanto riguarda l’alta classifica perché sono tre squadre che hanno valori importanti. Il Catania in questo momento sta dimostrando di condurre meritatamente anche perché ha vinto tra le mura del “Massimino” i due scontri diretti, 2-0 sulla Salernitana e 1-0 sul Benevento, legittimando una supremazia molto importante».

Sin qui è stato rispettato il pronostico dell’annunciata corsa a tre con Salernitana e Benevento. Sono queste le principali squadre indiziate al salto di categoria?
«Assolutamente. Diciamo che il Catania può contare fra le altre cose, al di là di una formazione sicuramente importante, su un allenatore che è uno specialista in promozioni in Serie B perché Toscano ha già vinto quattro volte il campionato di C con Ternana, Reggina, Novara e Cesena. Diciamo che è un condottiero di prima grandezza per quanto riguarda il fatto di guidare compagini che si misurano per la vittoria finale».

La forza della squadra risiede anche nella stabilità societaria. Come valuta l’innesto in seno alla dirigenza di figure navigate come Zarbano e Sapienza?
«Conosco Alessandro (Zarbano, ndr) da moltissimo tempo. È un uomo di grande equilibrio, di grande esperienza e quindi sicuramente ha dato alla società un ulteriore apporto sotto l’aspetto professionale ed oggi mi sembra già una società strutturata anche per la categoria superiore che io ovviamente di tutto cuore auguro di raggiungere. Ricordiamoci sempre che più è forte la società, più è forte la squadra e quindi da questo punto di vista mi sembra che le caselle si siano riempite con gli uomini giusti».

Il 30 ottobre c’è stata l’aggiudicazione di Torre del Grifo Village da parte del Catania FC, mettendo la parola fine all’iter fallimentare della struttura. Quant’è importante questo passaggio per il futuro del club?
«Per il futuro è determinante e io so quanto sia stata importante nel progetto in quel momento in Serie A, perché era il luogo ideale e attrezzato nel modo giusto per seguire pari passo il compito di una squadra nella massima serie. È stato un atto importante dal punto di vista strategico-societario perché ha dato un segnale su quella che è la strategia futura. Sotto questo aspetto Torre del Grifo è il massimo che può avere a disposizione una squadra al vertice nelle categorie professionistiche. L’unica cosa è che è una struttura che avrà bisogno di una manutenzione, o meglio di una ristrutturazione, importantissima perché è chiaro che quel tipo di apparato richiedeva una manutenzione ordinaria continuativa che è venuta meno per ovvie e scontate ragioni stante la chiusura dell’impianto stesso e quindi il fatto che si sia investito in una struttura così importante segnala in modo determinante quella che è la volontà della società e la strategia di poter arrivare ai vertici del calcio professionistico contando su una struttura di prim’ordine una volta che verrà ristrutturata».

Dal punto di vista operativo la struttura necessita di lavori d’efficientamento energetico?
«Si ma non solo, nel senso che quel tipo di struttura, che aveva necessità di una manutenzione ordinaria continuativa stante il tipo di impiantistica, il fatto di rilevarla dopo anni di chiusura immagino in che situazione possa essere sul piano della manutenzione ordinaria e straordinaria. Quindi è chiaro che una volta che si va ad implementare un insieme di opere sarà indubbio che si punterà anche sulla situazione energetica stante le condizioni meteorologiche e degli spazi molto importanti sui quali andare ad installare opere di recupero energetico. Una volta che prenderanno la guida in maniera operativa passeranno quattro anni dalla chiusura e lei capisce che una struttura come quella che tipo di investimento ci sarà da fare sotto l’aspetto economico per riportarla ai fasti di un tempo».

Il complesso tornerà ad essere il punto di riferimento sia dell’attività della prima squadra che del settore giovanile. Al lavoro portato avanti da Orazio Russo in qualità di responsabile e Marco Biagianti alla guida della Primavera è previsto l’inserimento di un altrettanto stimato uomo di calcio come Stefano Sturaro. Ci sono i presupposti per costruire qualcosa di importante e duraturo?
«Io Orazio Russo ho avuto occasione di conoscerlo perché svolgeva un altro ruolo (team manager della prima squadra, ndr) ed era uomo importante che ha collaborato con me in quella stagione storica e Marco Biagianti lo era sul terreno di gioco. Parliamo di persone che conosco bene e che apprezzo e credo che assieme alla struttura che abbiamo nominato in precedenza siano tutti capisaldi di un progetto che si va a completare e le tessere del mosaico che vengono messe al posto giusto. Mi sembra che ci siano tutti gli ingredienti per arrivare ad un risultato importante che deve essere corroborato da quello che è il risultato sportivo, perché è evidente che si è strutturata una società dal punto di vista operativo con gli uomini, dal punto di vista strutturale con gli impianti, per il campionato cadetto e per qualcosa in più direi anche. I costi che ha questo tipo di realtà chiamano a gran voce la Serie B e poi la massima serie calcistica nazionale, con quello che può rappresentare dal punto di vista degli introiti economici perché è chiaro che devono tornare i conti. La Serie C è un campionato a perdere in modo importante, quindi richiede una proprietà che abbia lungimiranza, prospettive, ambizione. E’ indispensabile la forza economica per reggere perdite importantissime in un campionato di Serie C ma come anche il torneo cadetto. Il fatto che il Catania società abbia fatto le mosse e abbia scelto gli uomini di cui abbiamo detto è chiaro che possiede una forza economica in grado di reggere l’urto di questi anni ma anche soprattutto un discorso prospettico per quanto riguarda gli aspetti economico-finanziari e questo è fondamentale nel percorso della società rossazzurra».

Si stanno mettendo le basi per un ritorno del Catania nel calcio che conta?
«Sicuramente si. Poi diciamo che c’è un campionato da portare a compimento, cosa non semplice e non facile perché i due scontri diretti con Salernitana e Benevento si sono vinti al Massimino e sappiamo tutti qual è la forza che riesce a trasmettere il popolo rossazzurro in termini di partecipazione, di tifo e di sostegno alla squadra e nel girone di ritorno c’è da andare a Benevento e a Salerno. In questo campionato di grande equilibrio dal punto di vista tecnico-agonistico è fondamentale riuscire a centrare il risultato sportivo dopo tanti sforzi che la società ha fatto e io credo che sia un traguardo che mi auspico venga raggiunto e sarebbe oltremodo meritato per tutto quello che è stato fatto».

Si ringrazia Sergio Gasparin per la gentile concessione dell’intervista.

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