CESENA: curiosità storiche in pillole. Tifoseria in buoni rapporti con Palermo

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Il Cesena ha partecipato anche ad un’edizione della Coppa Uefa. Negli anni ’80 ha inaugurato la “responsabilità oggettiva”

TuttoCalcioCatania ha raccolto, appoggiandosi anche a Wikipedia, alcune curiosità storiche in pillole sul prossimo avversario del Catania in Coppa Italia allo stadio Angelo Massimino, il Cesena, che può vantare 13 partecipazioni nella massima serie, nonché una alla Coppa Uefa.

  1. Nel 1921 compare per la prima volta il calcio a Cesena grazie al pioniere Aldo Proli che, seguito da un gruppo di appassionati di calcio, dà vita alla prima società calcistica cesenate, l’Unione Sportiva Renato Serra, intitolata ad un giovane poeta e patriota cesenate deceduto combattendo durante la prima guerra mondiale sulle alture del Carso. La divisa scelta per disputare le gare è costituita da quattro grandi scacchi alternati di colore bianco e nero, gli stessi utilizzati dallo stemma cittadino.
  2. Nel 1940 il conte Alberto Rognoni, all’epoca ventunenne, dopo essersi avvicinato al calcio grazie al fratello minore Carlo, portiere del Forlì, ha l’idea di creare una società calcistica, sempre con gli stessi colori dello stemma cittadino. I fratelli, con la collaborazione di Arnaldo Pantani e Renato Piraccini, gettano le basi per la fondazione della società. Il 21 aprile 1940 ha luogo la prima riunione del consiglio presieduta da Giuseppe Ambrosini, il quale decreta la nascita ufficiale dell’Associazione Calcio Cesena riprendendo come colori sociali gli stessi precedentemente utilizzati dalla “Renato Serra”.
  3. Dopo l’esperienza in Serie B nella stagione 1946-47, durante gli anni 1950 il Cesena scivola progressivamente nelle serie inferiori, fino a raggiungere i campionati regionali di Promozione che all’epoca rappresentavano il quinto livello del campionato italiano, il punto più basso dell’intera storia della società cesenate.
  4. 4. Gli anni 1960 vedono il Cesena approdare nuovamente alla terza serie, una categoria che riusciranno a mantenere e consolidare, in attesa del salto verso le serie maggiori che avviene grazie alla cordata di imprenditori orto-frutticoli capitanata da Dino Manuzzi e Giovanni Casadei, i due maggiori esportatori di Cesena dell’epoca. Manuzzi assume la presidenza, e grazie ad un’accorta gestione economica, unitamente ad una convinta politica di valorizzazione dei giovani, riesce in poco tempo a trasformare il Cesena in una società modello per le altre provinciali, e in un sodalizio vocato ad identificarsi fortemente con il territorio romagnolo. Il Cesena raggiunge nuovamente la serie B nella stagione 1967-68.
  5. Stagione 1972/73, campionato cadetto. Il Cesena mantiene il passo per tutta la stagione totalizzando al termine 17 vittorie, 15 pareggi e 6 sconfitte, che permettono ai bianconeri di raggiungere la promozione in Serie A con una giornata d’anticipo. Il “Cavalluccio Marino” raggiunge dunque per la prima volta nella sua storia la massima serie, celebrando il successo il 10 giugno 1973 allo stadio “La Fiorita” con la vittoria sul Mantova per 2-1.
  6. L’ascesa nel calcio italiano del Cesena negli anni ’70 non passa inosservata ai media nazionali, e dopo alcune partite in cui i bianconeri di Bersellini affrontano e bloccano le formazioni più quotate del campionato (0-0 con la Lazio capolista e futura campione d’Italia alla Fiorita, 2-2 con la Juventus a Torino), il giocatore Pietro Anastasi, sulle pagine de La Stampa, afferma di “non aver mai incontrato una provinciale così”, mentre il giornalista Italo Cucci, sulle colonne del Guerin Sportivo, lo definisce “il piccolo Brasile”, scatenando tra l’altro le ire dei tifosi del mantovani, che quel “riconoscimento” lo attribuiscono ad uso esclusivo dei biancorossi di Edmondo Fabbri.
  7. Nella stagione 1975-76 i bianconeri migliorano ancora i risultati ottenuti nei precedenti campionati, raggiungendo il punto più alto della storia cesenate. Con il totale di 9 vittorie, 14 pareggi e 7 sconfitte, il Cesena raggiunge infatti il sesto posto in classifica e la qualificazione alla successiva Coppa UEFA, grazie anche alla migliore differenza reti rispetto al Bologna. Nella successiva stagione la società romagnola affronta dunque la prima sfida a livello europeo in una gara a turno doppio con i tedeschi orientali del Magdeburgo, in cui subiscono 3-0 all’andata in Germania, ma sfiorano la qualificazione con la vittoria per 3-1 al ritorno a “la Fiorita”. Rispetto le stagioni passate, in campionato presenta un cattivo rovescio della medaglia con la retrocessione in Serie B, che decreta l’inizio di un periodo difficile. Nel 1979 avviene poi la cessione della guida societaria da Manuzzi al nipote Edmeo Lugaresi, morto il 26 settembre 2010 a 82 anni.
  8. Durante la stagione di Serie A 1987-1988, il Cesena è involontario protagonista di un episodio che darà il via ad un processo di riforma riguardante la “responsabilità oggettiva” delle società di calcio rispetto i propri tifosi. Al termine del primo tempo della partita Juventus-Cesena, il centrocampista cesenate Dario Sanguin, mentre rientra negli spogliatoi, rimane stordito infatti dallo scoppio di un petardo proveniente dalla curva juventina. Il giocatore del Cesena si accascia al suolo e, secondo i medici al seguito della formazione romagnola, non è più in grado di disputare il secondo tempo della partita, che si conclude con la vittoria dei torinesi per 2-1. In seguito al reclamo della società romagnola, il giudice sportivo infligge però alla Juventus la sconfitta a tavolino per 2-0, proprio per “responsabilità oggettiva”.
  9. Nel 1988 viene ristrutturato lo stadio Dino Manuzzi per la terza volta, e in questa occasione in maniera più radicale delle precedenti, con l’eliminazione della pista d’atletica e la ricostruzione completa della tribuna “distinti” e delle curve (“curva mare” e “curva ferrovia”), in sostituzione delle vecchie strutture. L’impianto diviene così uno dei primi stadi italiani ad essere costruito principalmente per il gioco del calcio, con le tribune a due piani disposte a ridosso del campo di gioco, sull’esempio del “Meazza” di Milano e del “Ferraris” di Genova.
  10. Negli ultimi 15 anni, il Cesena ripartire dalla terza serie per poi fare ritorno prima in B, successivamente in A dando luogo ad un’altalena che, adesso, ha riportato i romagnoli nel campionato cadetto.
  11. La tifoseria cesenate vanta in Italia gemellaggi storici con Brescia e Mantova, oltre a buoni rapporti con Palermo e Juve Stabia, mentre all’estero sono instaurati gemellaggi con le tifoserie di Saint-Étienne, Osasuna, Stoccarda e Peterborough United.