PULVIRENTI: “Giusto dare un periodo di assestamento alla nuova proprietà. Su Sigi, Treni del Gol e Cosentino…”

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Antonino Pulvirenti

L’ex presidente del Catania Antonino Pulvirenti, ai microfoni di Telecolor torna su una serie di vicende che hanno riguardato il club rossazzurro:

“Il comportamento di questa nuova società io l’ho avuto ad Acireale. Non c’è da scandalizzarsi, può succedere. Poi sono riuscito a trovare la quadratura del cerchio creando una squadra importante di dirigenti e collaboratori, a quel punto è capitata l’opportunità di prendere il Catania e abbiamo fatto subito bene. Un periodo di assestamento ad una società nuova bisogna darlo. Col tempo correggeranno quel che non va. Perché il fallimento? Il Catania con Finaria non sarebbe mai fallito nonostante tutte le difficoltà legate al gruppo. Ad un certo punto il tribunale di Catania opta per il fallimento di Finaria per tutta una serie di motivazioni, nel frattempo il Catania viene ceduto alla Sigi, Finaria presenta appello ottenendo la revoca del fallimento. Poi ognuno faccia le proprie considerazioni, mi fermo qua”.

“Da un certo punto di vista le persone della Sigi bisogna ammirarle perché loro si sono trovati di fronte a qualcosa che probabilmente non conoscevano neanche loro. Sapendo i retroscena di come si fa calcio, dico che l’azionariato popolare non può esistere nel calcio. E’ qualcosa di antitetico, come il diavolo e l’acqua santa. Un conto è prendere 5-6 imprenditori che dirigono l’azienda, un conto è farlo con gente che mette anche 10mila euro, 5mila euro, 2mila euro. A Parma, ad esempio, c’erano grossi imprenditori, gente che poteva mettere a disposizione certi capitali. Le figure della Sigi hanno affrontato una situazione più grande di loro, questa è la realtà dei fatti”.

“I Treni del gol? In un determinato momento il successo mi ha portato in una dimensione particolare, essendo ubriaco di successo ho sbagliato a fare una certa cosa ed a trovare da vicino una persona che mi ha assecondato nell’acquisto delle partite. Io non ho parlato con nessuna società o giocatore, ma soltanto con il mio interlocutore che è Delli Carri. Lui mi dice di fare certe cose, io comincio ad avere dei dubbi vedendo le partite. Poi succede quel che succede. Arrivano i provvedimenti cautelari e figura solo una parte delle intercettazioni. Già avevo qualche dubbio, ma appena leggo questa parte delle intercettazioni che convengono all’accusa per sostenerla, si capisce chiaramente che io sono stato truffato. Oggi esiste un processo in cui non è coinvolto alcun giocatore dal punto di vista penale e nessuna società. Nel processo sportivo non ci sono neanche calciatori condannati per omessa denuncia o sanzionati in qualche modo. Io eventualmente, se devo essere accusato di qualcosa, dovrei esserlo per il reato di coglionaggine”.

“Il Catania ha pagato e non ha avuto alcun beneficio da tutta questa storia. Io ho patteggiato, avevo chiesto la mia radiazione e la non retrocessione del Catania, il pubblico ministero mi disse di no. Io ho sbagliato per un eccessivo amore nei confronti del Catania. Cosentino? Nel 2019 nacque mio figlio e lo chiamai a fare da padrino al battesimo di mio figlio. Per me è la persona più onesta e perbene che io abbia conosciuto nel mondo del calcio. Lo dirò sempre. A prescindere dagli errori commessi”.

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