STURARO: “Non ancora trovata la chiave per diventare squadra. Zeoli può darci freschezza e certezze. Il nostro capitano è Rapisarda”

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foto Catania FC

Ospite di ‘Big Chance’, trasmissione a cura della redazione di Chancebet News, il centrocampista rossazzurro Stefano Sturaro analizza le difficoltà del Catania ragionando a 360 gradi:

“Perché questa squadra non è consapevole delle proprie possibilità? Il calcio è talmente semplice ma anche difficile sotto alcuni piccoli aspetti che trovare una motivazione è difficile. Nei momenti di difficoltà nessuno riesce ad emergere. Dal giocatore più importante, più carismatico, con maggiore esperienza al ragazzo più giovane tutti risentono della situazione. Forse questa squadra oggi non ha la consapevolezza di ragionare da squadra che deve salvarsi. Ci sono altre situazioni in ballo come la finale di Coppa Italia o eventuali playoff, ma il campionato dice che devi salvarti. Domenica un piccolo obiettivo di squadra lo abbiamo raggiunto ritrovando solidità, non subendo gol. Dobbiamo guardare in faccia la realtà”.

“Questa squadra ha un bel gruppo. Ci vogliamo bene, stiamo bene e trascorriamo tanto tempo insieme ma la chiave per diventare squadra in campo ancora non è stata trovata. Sicuramente ci abbiamo messo del nostro. Lucarelli? La squadra era sempre stata con Lucarelli. Quando non riesci a mettere a posto gli ingaggi la ruota non gira, ma c’è sempre stata massima disponibilità, impegno, concentrazione. Quando una stagione parte male è davvero difficile sistemarla. Lo hanno dimostrato anche squadre con giocatori più blasonati di noi in altre categorie. Il calcio a volte è severo ma sono dell’idea che rispecchia il modo di lavorare di una società e squadra. Tutto parte dalle basi che tu poni a luglio”.

“Siamo professionisti. Un esonero è una sconfitta della società ma soprattutto della squadra perché si tratta del nostro allenatore. Mister Zeoli ci può dare forse un po’ di freschezza, spensieratezza, sicurezze. Perché noi siamo in difficoltà e abbiamo bisogno di certezze. Non siamo stati in grado di trovarle tra di noi, o solo poche volte. Ad essere sinceri questa stagione è compromessa. La finale di Coppa può cambiare un pochino l’umore e portare un trofeo a questa piazza. Dobbiamo centrare l’obiettivo terzo posto e poi andarci a giocare al massimo delle possibilità i playoff, sarà importante arrivarci bene fisicamente e mentalmente, affrontandoli senza nulla da perdere. Oggi è difficile crederlo, ma ai playoff può succedere di tutto. In partite secche non sempre la più forte o fortunata vince, questo accade in tutte le competizioni. Intanto dobbiamo allontanarci dalla zona calda della classifica“.

“Io mi sto godendo ogni singolo momento di Catania, anche quelli negativi. Perché so che dopo questi momenti, un domani quando riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi la gioia sarà triplicata. Oggi li vivo molto intensamente, mi sono buttato completamente dentro quest’avventura, in una categoria nella quale mi sono reso conto che il dispendio di energie fisiche è altissimo. Grella? Mi piace, mi dà fiducia e mi fa ben sperare. Le sorti di una stagione partono sempre da chi comanda. Qui comandano il presidente Pelligra e Grella. Spetta a loro inserire le persone giuste per aiutarli, avendo intuizioni corrette. Ho massima fiducia e rispetto, Grella ci dà tante sicurezze ed è il pensiero comune dei compagni. Penso che una società strutturata abbia bisogno di essere coperta in tutti gli angoli societari. Sono d’accordo con Grella sul fatto che attualmente non avrebbe senso prendere una figura come il Direttore Sportivo, magari facendo una mossa azzardata e poco ponderata. Ma se hai l’ambizione di crescere, in futuro la figura del Direttore Sportivo non potrà mancare. Dovrà essere una persona competente e che abbia la possibilità di mettere le proprie capacità al servizio del Catania. Se la macchina Catania parte bene e lavora bene allora di conseguenza ogni singola persona diventa importante, decisiva”.

“Noi ci sentiamo parte dell’umore di Catania. Ogni giorno cerchiamo di migliorarci, di trovare le soluzioni per rendere felici i nostri tifosi e tutte le persone che vogliono bene al Catania. Poi c’è il campo, non sempre va come vorremmo. Sicuramente non ci fermeremo a questo momento di difficoltà, continueremo a lottare. Padova? Si affronta facendo un bell’esame di coscienza, ognuno di noi si deve guardare dentro andando a ricercare energie che sono magari un po’ nascoste, andando oltre le difficoltà che possono esser tattiche, fisiche, ambientali o di qualsiasi altro genere. Nessuno meglio di noi stessi può andare a trovare forze, energie e soluzioni nei momenti di difficoltà”.

“I fischi non fanno piacere a nessuno. I fischi sono la prova delle difficoltà. Qualcuno riesce un pò di più a isolarsi da questi fischi, altri la prendono molto più sul personale e la accusano maggiormente rispetto ad altri che mantengono più lucidità. Ognuno esprime il dispiacere a modo proprio. Fascia da capitano? Lascia il tempo che trova. Ci sono tante persone che lo possono indossarla in squadra. Io come tanti altri la stiamo tenendo al nostro capitano che è Ciccio Rapisarda. Leadership? E’ un discorso di carattere, in uno spogliatoio si viene nominato e riconosciuto leader dai compagni. Non credo che ci siano dei leader che dichiarano di esserlo. io non mi sento un leader, ma un ragazzo come tutti gli altri con proprie fragilità, difetti, pregi. Io cerco di dare il massimo ogni giorno per i compagni, che spesso vengono anche prima di me stesso, e per la società in cui mi trovo. Questo è Stefano. Poi può fare schifo, può piacere o non piacere ma Stefano continuerà a lavorare al massimo”.

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