PEPPE DI STEFANO: “Catania, il meglio deve ancora venire. Palmieri? Magari arrivasse lui…”

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Il giornalista catanese di Sky Sport Peppe Di Stefano è intervenuto nel corso della trasmissione ‘Big Chance’, a cura di Chancebet News:

“Aspettiamo la fine della stagione, speriamo il più tardi possibile. Contro il Benevento ho visto la sofferenza, i fischi e cori dei tifosi a fine partita. La città è speciale, siamo fuori finalmente da questo incubo. L’altro giorno dopo avere giocato la ‘partita del cuore’ avevo seguito un pò gli allenamenti con alcuni dirigenti del Catania e gli dissi come fosse possibile vedere questa squadra impantanata nella parte bassa della classifica. Grazie al cielo, grazie ai giocatori, allo staff, a Zeoli si è arrivati a questo obiettivo minimo che non andava per assurdo neanche festeggiato pensandoci un mese fa, ma il calcio e la vita ti portano a degli ostacoli che non puoi neanche prevedere. Io però credo che il meglio deve ancora venire, in tutti i sensi. Dissi in tempi non sospetti che questa squadra farebbe meglio ai playoff di quanto non farebbe ai playout per una questione psicologica, mi auguro di non sbagliarmi”.

“Palmieri? E’ un ‘figlio’ di Angelozzi sul piano sportivo, magari arrivasse un dirigente come lui, vecchio stampo ma giovane che ha fatto grandi lavori a Parma e Sassuolo. E’ uno che entra a piedi uniti negli spogliatoi, ha voglia di fare un’esperienza nelle prime squadre e non più nelle giovanili, sarebbe secondo me uno dei profili ideali per il Catania. Spero che davvero possa superare una concorrenza agguerrita, perchè mi risulta che ci siano anche club di categoria superiore, ma so anche che Catania attrae. Palmieri parla più o meno la stessa lingua di Grella e Bresciano, con le caratteristiche dirigenziali, sportive e tecniche che cerca il Catania. Un dirigente non banale che si assume il coraggio delle scelte e le difende. Se sceglie un allenatore lo difende all’infinito. Chissà che non possa essere quello il colpo da novanta del Catania, perchè io lo considero tale”.

“Inesperienza nell’attuale dirigenza del Catania? Io penso che puoi essere un terzino destro bravo quanto vuoi ma se ti mettono in attacco fai fatica. E’ mancato secondo me al Catania un certo tipo di dirigente. Non c’è cosa migliore di esporsi in prima persona, Grella lo ha fatto assumendosi la totalità degli errori, tornarci sarebbe anche inutile. Evidentemente non verranno rifatti o si farà di tutto per non rifarli, altrimenti sarebbe un comportamento da dilettanti. L’intenzione della proprietà e della società credo sia quella di arrivare in alto e non di vivacchiare in queste categorie, perseguendo l’obiettivo di migliorarsi. Quando tu vai a individuare un profilo come Palmieri – poi non so se effettivamente arriverà lui – vuol dire che hanno capito il gap che mancava. Lui possiede delle caratteristiche diverse dagli altri nel caso in cui fosse il nuovo direttore sportivo del Catania”.

L’allenatore della prossima stagione sarà un allenatore legato alle scelte della direzione sportiva, significa che non verranno operate delle scelte da un’area della dirigenza e non condivise dall’altra. L’anno prossimo c’è un solo obiettivo, uscire unanimi e compatti perchè solo la compattezza fa la differenza. Ci sono società piccole ma compatte che sono anche più forti di società grandi ma con anime slegate”.

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