CATANIA: squadra meno affamata del Bologna, Marcolin non unico responsabile del ko

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Gaston Sauro, Catania
L'ex difensore del Catania Gaston Sauro.

Responsabilità di Marcolin ma anche dei giocatori scesi in campo a Bologna. Felsinei più affamati

Il Catania, alla vigilia della trasferta bolognese valevole per la 38a giornata del campionato cadetto, si è apprestato a preparare l’incontro nelle condizioni migliori. Forte, infatti, del record stagionale delle cinque vittorie consecutive, specchio di una squadra che è riuscita finalmente a trovare la via della coesione del gruppo e  dell’unione d’intenti. Ma anche di altri elementi decisivi, in primis lo spirito di sacrificio, la giusta dose di umiltà affiancata dalla consapevolezza delle proprie risorse, la piena integrazione dei nuovi arrivi del mercato di gennaio, quegli equilibri tecnici e tattici necessari per la scalata della classifica ed il ritrovamento di un’accettabile condizione fisica e mentale.

Mister Marcolin, dalla precedente gara vittoriosa contro la Ternana, ha avuto poco tempo per preparare la delicata sfida del Dall’Ara, ma ciò nonostante ha caricato i ragazzi a dovere, instillando loro i migliori dettami per affrontare l’incontro con il chiaro obiettivo di proseguire sulla scia delle vittorie recentemente conquistate. Senza dimenticare l’imprescindibilità dall’obiettivo salvezza, leggendo tra le righe il pensiero di Marcolin, il tecnico bresciano ha voluto lanciare ai rivali felsinei il chiaro messaggio di volersi giocare la partita a viso aperto. A dimostrazione di ciò l’aver schierato in campo ben quattro riferimenti offensivi sin dall’inizio, Rosina, Castro, Calaiò e Maniero.

Questa è stata sicuramente una mossa coraggiosa perché, di contro, il Catania sapeva di affrontare un Bologna determinato a ritornare alla vittoria, dopo il pareggio di Bari, per proseguire la caccia al secondo posto valevole la promozione diretta. Già in tre precedenti occasioni Marcolin aveva optato a questa soluzione tattica e precisamente: 35 minuti nel secondo tempo della sconfitta di Chiavari con la Virtus Entella; 14 minuti nella ripresa di Pescara-Catania; 77 minuti in occasione della vittoria casalinga nel derby.

Probabilmente, lo schieramento votato all’attacco stuzzicava già da tempo il mister e ha deciso di adottarlo visto, innanzitutto, il buono stato di forma attraversato dalla squadra. Certo, la squalifica di Lorenzo Del Prete, in netta crescita nelle ultime partite dal punto di vista fisico, ha privato la retroguardia rossoazzurra di un importante elemento dello scacchiere tattico. In più, le assenze di Schiavi e Sciaudone, presenti soltanto in panchina, hanno pesato più del previsto nell’economia della gara. In campo si è palesato un Catania che solo a livello di intenzioni ed approccio ha rispecchiato le linee guida operate dal tecnico.

Una formazione che, specialmente nel primo tempo, ha tenuto abbastanza bene il campo riuscendo a tamponare le sortite offensive di un buon Bologna, ma che ha dimostrato precarietà di equilibri in mediana. Infatti, solo raramente le punte sono state messe in grado di fare male alla retroguardia felsinea. Nel complesso, comunque, hanno pesato sulla sconfitta della truppa di Marcolin in terra bolognese delle evidenti disattenzioni della retroguardia catanese.  Sauro, in occasione della prima marcatura, si è lasciato beffare da Sansone e Cacia; nel secondo gol subìto si segnalano le evidenti responsabilità di Ceccarelli e Rinaudo prima, ed infine di Sauro che si è fatto saltare dal guizzante Sansone.

Col senno del poi, potrebbe essere preso di mira in prima persona Dario Marcolin per come abbia schierato la squadra dal primo minuto e in merito ai cambi operati. Però, attraverso un’attenta ed equilibrata analisi, appare necessario annoverare nel “banco degli imputati” anche gli stessi giocatori chiamati a scendere in campo. Probabilmente non sono riusciti a coprire gli spazi e a produrre gioco come richiesto dall’allenatore od ancora non sono stati messi in condizione di nuocere e, magari, gettare il cuore oltre l’ostacolo perché si sono trovati di fronte un Bologna più affamato.

Fatto sta che la classifica adesso parla di un Catania con 47 punti a quattro gare dalla fine della stagione, a +5 dalla zona rossa e -7 dalle posizioni che racchiudono la griglia play-off. Comunque andrà a finire, appare evidente che tutti coloro che tengono alla formazione dell’Elefante non possono che aspettarsi da tecnico e squadra le migliori motivazioni, il coraggio di osare e, non meno importante, la testa ed il cuore che consentano loro di affrontare le restanti partite nel modo più degno possibile.