CHIACCHIO (legale Catania): “Ricordo quando a Napoli diventai una sorta di eroe cittadino…”

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Eduardo Chiacchio

Curiosa intervista rilasciata anni fa da Edoardo Chiacchio, attuale legale del Calcio Catania

L’Avvocato Edoardo Chiacchio da anni legale del Calcio Catania in materia sportiva. Toccherà proprio a lui difendere la società rossoazzurra nell’indagine ‘I treni del gol’. Attraverso un’intervista rilasciata un paio d’anni fa ai microfoni di soccerlife.it, parlò della sua carriera, iniziata come calciatore prima di diventare avvocato di successo:

“Il mio passato da calciatore? Ho iniziato in oratorio e poi dalla 3a categoria ho fatto la scalata fino alla Serie C2, militando nella Frattese, Afragolese e nell’Angri. Ho terminato la mia carriera calcistica a 29 anni, quando superato l’esame da Procuratore Legale feci i 6 anni di pratica che mi permisero di diventare avvocato. Era il 18 marzo 1981 e il 23 venne promulgata la legge n° 91 che regolava il rapporto tra società sportiva e giocatori, eliminando il vincolo sportivo”.

“E’ stato molto importante aver giocato a calcio prima di diventare avvocato. Già in campo ero il punto di riferimento di molti miei compagni di squadra e non in materia giuridica. Sono stato consulente dell’area Sud dell’AIC e ho fatto parte del Collegio di Disciplina e Concezione. Dopo la laurea mi sono specializzato in Diritto Amministrativo”.

“Com’è cambiata e in che stato si trova la giustizia sportiva? Si è radicalmente trasformata, visto che trent’anni fa aveva un carattere pionieristico. Ora siamo giunti ad una specializzazione massima in campo sportivo e gli organi che la gestiscono sono formati da personale qualificato”.

“I processi di calcioscommesse hanno dimostrato che la giustizia sportiva è ad un ottimo livello, soprattutto nei tempi rapidi in cui lavora, a differenza della giustizia ordinaria. La Procura Federale, poi, è quanto mai attiva e capace di gestire ogni procedimento. Io non sopporto chi si lamenta della giustizia sportiva, perché non entrando nelle aule di Tribunale non possono sapere come e quanto si lavora”.

“Tra i tanti casi seguiti qual è stato il più difficile e quello più suggestivo per me? Tra i più difficili annovero quello in cui ho difeso la società Albinoleffe legata al filone del calcioscommesse, dove erano implicati molti giocatori e ben 14 gare di campionato erano finite nel mirino della Procura. Si chiedevano 27 punti di penalità, un’enormità per una società professionistica, che grazie al mio lavoro si sono ridotti a 6. Tra quelli più suggestivi c’è sicuramente la difesa del portiere del Napoli Matteo Gianello per l’affetto che mi lega alla città e alla società”.

“La modifica del reato da illecito sportivo a violazione dell’art. 1, tra il 1° e il 2° grado di giudizio, ha fatto sì che il Napoli avesse solo un’ammenda e io diventassi una sorta di eroe cittadino. La riammissione del Potenza nel 2012 in Lega Pro dopo che era stata radiata e la Coppa Italia nazionale di Serie D ricevuta da parte dei giocatori del Sapri, dopo la gara vinta a tavolino contro la Villacidrese nel 2008, sono da tenere in considerazione”.