CATANIA-BENEVENTO: uno sguardo psicosomatico dalla Curva Sud

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Ormai ci hanno letto le carte e non sembra che il nostro mister conosca il modo per rimescolarle, ahimè!

Dopo averci osannato come squadra più forte del campionato e possibile mattatrice vedi De Zerbi, Auteri ed altri, adesso costruendoci addosso da maestri sarti una bella gabbia fatta di raddoppi e triplicazioni veloci ci hanno proprio messo nelle condizioni di non nuocere, forti, loro di una condizione atletica superiore e sappiamo perché (vedi preparazioni lacunosa e guai a non finire grazie al tatuato e al suo mentore) e di un affiatamento rodato.

Alcuni dei grandi appassionati miei vicini sugli spalti alla fine del match di sabato hanno inveito contro i nostri provocandosi un mal di stomaco pungente, l’altro che sventola con affetto una bella bandiera del Catania un pervicace mal di testa, classico di una persona che sta generando malevolenza verso se stesso. Pensate quanto è logico, grido a una parte di me: perché non hai cambiato prima Rossetti dopo l’espulsione? Perché non hai cambiato schema tattico per sfruttare la superiorità? Fateci caso quando me la prendo con me stesso perché non sono riuscito a fare qualcosa o quando non ho agito prontamente ad un’offesa, la risposta psicosomatica è un dolore dell’apparato debole.

I primi dieci minuti sono stati allucinanti e di grande sofferenza per tutti soprattutto per i nostri, deprivati della possibilità di replicare per almeno venti minuti con le frecce sannite a dialogare fra le linee e superarci con irrisoria facilità. Cala la depressione sul Catania e il mister che fa? Sta a braccia conserte come un bambino che vede il verificarsi di ciò che temeva. Nell’altra panchina il più sgamato Auteri con mani in tasca e pelvi in avanti, semplici elementi di posturologia elementare ma che spiega l’energia che girava in campo.
Attenzione, rispetto Pancaro che è un grande lavoratore ma l’esperienza non si inventa e come tratto psicologico mi sembra uomo molto ostinato e cocciuto, certo gli mancano alcune pedine basilari (Castiglia, Russotto e Falcone e scusate se è poco).

I tifosi si sono inviperiti come tarantole stuzzicate nel sonno e nella risalita della via Santa Sofia scambiando impressioni con casuali compagni di strada, il focus era su questa staticità tattica che contraddistingue il Catania attuale e la riproposizione di scelte che seppur coerenti a delle convinzioni dimostrano una carenza di flessibilità molto preoccupante e foriera di brutte figure.

Scusa Elia (Bastianoni, ndr) e permettimi Pippo, come mai alla tua sinistra in volo non riesci a prendere un pallone che sia uno? E’ un cliché che ci toglie quella sicurezza che mortifica la nostra cifra tecnica (Akragas, Martina e Benevento nel nostro fortino) e ci rende vulnerabili spesso al primo affondo. Perché? Se qualcuno lo sa mi faccia un fischio. Ma non troppo vicino all’orecchio sinistro…