LO MONACO: “Pulvirenti, rivedo un amico. Con lui rilanceremo il Catania attraverso il lavoro”

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Conferenza stampa fiume di Pietro Lo Monaco, nominato nuovo Amministratore Delegato del Calcio Catania prendendo il posto del dimissionario Giuseppe Bonanno, che viene comunque ringraziato per l’operato svolto ai piedi dell’Etna. Ecco le parole di Lo Monaco evidenziate da TuttoCalcioCatania.com:

“Eravamo rimasti in Serie A. Ripartiamo. Sono passati quattro anni. Stiamo ripartendo dalla Lega Pro, da una situazione non bellissima. Io ho passato anni importanti qua. Insieme a tutti voi, alla gente di Catania. Abbiamo creato un modello, un’azienda capace di farsi rispettare, che ha prodotto risultati importanti. Ricordo quando qualcuno storceva il muso quando sottolineavo l’importanza della salvezza in A. Pian pianino erano stati fatti passi avanti. Catania è una città di Serie A, ma nella vita i rovesci possono succedere. Si è registrato uno tsunami. Evidentemente a seguito di errori. I primi a dare una legittimazione a questi errori sono coloro i quali li hanno commessi”.

“Ricordo che siamo partiti da zero, con tanti debiti in B, senza giocatori di proprietà. Senza un settore giovanile. Abbiamo creato una multinazionale, una struttura come Torre del Grifo Village, un vanto per il Catania. E’ una struttura di primo livello in Europa. Non me ne sono andato bene da qui. I rapporti con chi è stato per tanti anni un fratello si sono interrotti. Poi è successo quello che solo il Catania poteva fare. Il non starci assolutamente a vedere morire il club. Per questa ragione io e Pulvirenti ci siamo rincontrati. Sono qui per tentare un rilancio. I rilanci non si fanno con l’aria ma con i fatti. Si è parlato molto in estate di cessione della società e quant’altro, mentre il Catania rischiava di morire. Oggi vogliamo rilanciare. Nonostante i tre-quattro anni di oblio mentale, bisogna dare atto alla proprietà di questa manifestazione di volontà di rilanciare per amore del Catania”.

“La situazione societaria è critica dal punto di vista squisitamente economico per quanto fatto in questi anni. Ci rimbocchiamo le maniche adesso. Anno zero. La situazione è di assoluto disagio, ma contiamo di rimettere la macchina nella giusta direzione. Catania è una delle poche piazze in Italia dove il sentimento della gente mette la squadra al primo posto nel loro cuore, nella loro testa. Vedere in Lega Pro 6mila abbonati malgrado lo tsunami, sono numeri importanti che vanno al di là di qualsiasi altra cosa. Questo è amore che dimostra la gente. Ora ripartiamo tutti insieme. Compatti per cercare di restituire a questa città la Serie A. Impiegheremo 4-5 anni, ma ce la faremo”.

“Le squadre che si recavano a Catania avevano massimo rispetto, timore di giocare. Chiunque deve tornare a sapere che al ‘Massimino’ giocherà non contro il Catania, ma contro una città intera. Abbiamo un lavoro importante da portare avanti per sistemare l’aspetto economico. Due retrocessioni ammazzerebbero chiunque. Anche il Catania ha subito le sue batoste. Cerchiamo tutti insieme di dissolvere queste batoste nel minor tempo possibile. Questa proprietà ha fatto degli errori, ma oggi vuole rilanciare il Catania e portarlo a certi livelli”.

“Quando mi sono rivisto con Pulvirenti, se avessi potuto farlo lo avrei ammazzato. Io per dieci anni ho avuto accanto un tifoso. Nella vita si può anche sbagliare. Adesso resettiamo tutto, anche se non è facile. C’è in ballo il futuro del Catania. Catania è un figlio per me, non sono folle. Anch’io ho sbagliato. Il 21 maggio 2012 quando andai via ho sbagliato perchè non sarei dovuto andare. Quello è stato il mio errore. Farò di tutto e di più affinchè il Catania si riappropri del suo territorio”.

“La Lega Pro non genera entrate. E’ un campionato a perdere. Non è facile vincerlo. Però bisogna ripartire, il fatto che ci sia la volontà della proprietà di fare fronte a questo è importante. Senza per questo giustificare gli errori commessi. Pulvirenti vuole garantire un nuovo futuro a questo Catania. Come ricompattare il rapporto con i tifosi? Se la tifoseria si è allontanata, è normale. Non è facile passare dalla A alla Lega Pro attraverso quanto accaduto. Per recuperare il rapporto non devo fare nulla, sono sicuro che la gente risponderà presente e si stringerà attorno alla squadra. Sarei tornato a Catania anche se mi avesse cercato il Real Madrid. Tornare è una scelta di cuore. Il Catania deve recuperare la propria immagine. Con i comportamenti, i segnali che dà, la capacità di rispettare le regole. Inevitabilmente bisogna lavorare. Il lavoro ti porterà ad essere nuovamente una realtà stimata ed apprezzata. Solamente il lavoro ci farà riconquistare quel che abbiamo accantonato”.

“In tanti momenti mi sono sentito solo. Chiamatemi pazzo, sognatore. Io ho già fatto la squadra. Prossima settimana vi presenteremo tutti i quadri societari. Vi presenterò anche il nuovo allenatore. Serve un tecnico capace, di spessore, che abbia voglia di mettersi in discussione attraverso un progetto. Catania vale, chi viene qui deve sapere di venire in una piazza valida. Il tecnico che verrà, dovrà identificarsi con la forza e la voglia di crescere insieme al progetto. Sarà un tecnico avente un contratto pluriennale, così come i dirigenti. Questo testimonia la voglia di programmare. I problemi li risolvi attraverso il ripianamento di certe situazioni economiche. Il Catania rientra in un piano generale che riguarda la Finaria. E’ una proprietà della Finaria, di conseguenza il piano finanziario che si sta adottando prevede la capacità di affrontare la situazione debitoria”.

“Pulvirenti? Mi ha anche fatto piacere rivedere un amico che avevo smarrito. Mi auguro che possa risolvere le sue vicende personali, tornando a tifare per la squadra. Spero che anche lui tornerà allo stadio. Il 28 maggio mi sono rivisto con Pulvirenti, proprio quando il Catania festeggiò la promozione in A. Incredibile. Quando sarà il momento, la gente risponderà presente in sede di campagna abbonamenti. Tutti risponderanno da catanesi veri, che amano davvero il Catania. Chiunque deve rispettare il Catania ha una responsabilità importante, sa che c’è un territorio da difendere. Il proprietario della società è catanese perchè il Catania deve essere dei catanesi. Io torno come Amministratore Delegato, senza alcuna alterazione di compiti e mansioni”.

“Vergara? Non l’ho mai conosciuto, sono solo stato contattato da uno studio di commercialisti romani che rappresentano l’interesse del signor Vergara in Europa. Mi hanno prospettato che ci fosse la volontà di questo gruppo di rilevare il Catania, chiedendomi una consulenza. Il discorso è finito lì, non c’è stato nulla con Vergara. Il Catania punta ad essere competitivo, farà di tutto per questo. Strada facendo vedremo cosa succederà. Chi decide di fare il campionato di Lega Pro deve concentrarsi a mettere i soldini, nessun introito. Serve un investimento della proprietà. In B, se sei bravo, fai 0-0. In A, costruisci Torre del Grifo… Se penso ad un uomo in canottiera, con tatuaggi e jeans strappati, vedo un Catania passato dalle regole al teatro”.

“Quale sarà il budget a disposizione nel piano di rilancio? Sappiamo perfettamente quanto può costare la disputa di un campionato competitivo. Mi dicono che in un paio di mesi verrà approntato il piano finanziario. La situazione debitoria è consistente, ma Finaria è proprietaria di una notevole quantità di immobili. Mi auguro si possa veramente ripianare il debito nel più breve tempo possibile. I tifosi non abbandoneranno mai la maglia. Questa viene prima di ogni altra cosa. Ritiro a Torre del Grifo? E’ la casa del Catania. Azionariato popolare? E’ un’idea con cui bisogna fare i conti tecnicamente, capendo se è prospettabile o meno. In una città come Catania potrebbe essere una strada percorribile”.

“In Lega Pro non esistono società che comprano i giocatori. Si bada esclusivamente a puntare su calciatori in scadenza di contratto. A proposito di adempienze amministrative, posso già preannunciare che partiremo da -1 l’anno prossimo. Un’intervista in cui dissi che Palermo mi ha dato più di Catania? Minchiata. Non l’ho mai detto. Catania è un’altra cosa. Però io sono andato a Palermo e non rinnego niente. In tre mesi e mezzo, ho riscontrato affetto sincero e stima, lo dico con tutta franchezza. A Catania non mi sono mai preoccupato dei cori “Direttore pezzo di m…”, ecc. Io ho sempre fatto battaglie per difendere il Catania. Tutte le altre tarantelle non mi interessano. Se io un giorno vedessi tante squadre siciliane in Serie A, ci metterei la firma. Il calcio porta soldi e quant’altro. Giusto che il campanile ci sia, ma non mitizziamo nulla. A Catania sono stato dieci anni. Chiunque fa demagogia su questo aspetto non vuole bene al Catania”.

“L’organico in vista del prossimo campionato? Abbiamo determinati giocatori con contratti pluriennali. Bisogna fare i conti anche con questa realtà. Dobbiamo considerare anche i giocatori in prestito in giro per l’Italia e l’estero. C’è un lavoro enorme da portare avanti. Esiste un’idea tecnica e calciatori che abbiamo deciso di tenere. E qualcuno, nonostante il contratto pluriennale, sarà invitato a cercare altre situazioni”.