VISTA DAL TIFOSO: “Catania, ho fatto un sogno…”

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Catania Curva Sud

Ho fatto un sogno, c’era un muro lineato quasi per intero dall’alto in basso, la spaccatura era ampia e minacciava di allargarsi a causa dei movimenti ondulatori sottostanti, poi dal nulla si materializza un frate benedettino, frate mastro muratore (di quelli che hanno riedificato Catania e il suo bellissimo centro storico attuale) con i suoi semplici attrezzi, comincia una intonacatura impastando la malta nella sua tonaca che usa a mò di cantarella, un lavoro splendido non si vede quasi più niente, tranne un piccolo tratto ancora da fare: una vittoria fuori casa!

All’improvviso capisco che il sogno è la mia proiezione di desiderio da tifoso di volere una vittoria fuori dalle mura amiche. E lo vogliono tutti quelli che fanno parte del microcosmo del Catania Calcio, perché al di là delle difficoltà croniche di fraseggio nella trequarti avversaria, che comincia comunque a migliorare, grazie anche all’innesto di Mazzarani, e la persistente bassa percentuale di realizzazioni in rapporto alle palle gol costruite, il Catania comincia a far innamorare i tifosi che si sa non aspettano altro che esaltarsi ed esaltare i proprio idoli; a noi non interessa che si chiamino CR7 o altro.

Ci piace assai Biagianti, capo gruppo e grande cuore e mezzi tecnici fuori contesto, ci fa gioire la classe e serenità di Bergamelli, più che ingiustamente espulso domenica, ci esalta Andrea Di Grazia con le sue folate di entusiasmo e tecnica superiori, peccato i colpi di testa: lo stesso Andrea, rientrando verso la metà campo, si dava piccoli colpi al capo dopo aver fallito una deviazione facile facile a tre metri dalla porta aperta, ma lui è il simbolo di questa rinascita e tutto gli è consentito, ispira tenerezza e tanta simpatia. Questo è per me l’essenza del gioco e delle sue dinamiche.

Ci piace da matti Bucolo che bracca gli avversari senza tregua, potrebbe anche essere più inserito nelle fasi di costruzione, perché il piede è buono. Che dire di Fornito, corsa a perdifiato e capacità di percussione non comuni. Ognuno ha dato il meglio. Tutti.

E che dire del pubblico del Massimino, partecipe e coinvolto, grandi le curve, con la Sud che spinge alla grande con cori esaltati, un’atmosfera che non si respirava da tempo, con l’arena teatro di duelli rusticani e il cinismo del tifoso deluso per una volta messo da parte.
Le questioni tecniche sono ormai definite, i puntelli sono chiari e il frate benedettino può chiudere il cerchio tecnico in attesa del risanamento completo sia finanziario che morale.

Naturalmente non deve essere ossessione il fatto di vincere fuori casa, la storia rossazzurra anche in annate ricche e positive annovera tanti insuccessi nei momenti di svolta, è un karma calcistico legato al carico di emotività che i gruppi non riuscivano a convertire in determinazione e rabbia agonistica, non possiamo che sperare che De Santis si confermi difensore di classe e velocità e che con Bastrini riescano a garantire la tenuta stagna del nostro reparto difensivo e che Parisi si ricordi dei suoi trascorsi da freccia di fascia e per finire che Anastasi possa avere più spazio perché finora ha troppo poco giocato e quando l’ha fatto si è dimostrato volitivo e con mezzi tecnici adeguati per una squadra che sta sfornando cross che né Paolucci né Di Grazia sembrano in grado di tramutare in oro!

Sempre e solo Forza Catania!

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