CATANIA: due mental coach in arrivo. Conosciamoli meglio attraverso alcune dichiarazioni…

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Stefano Tavoletti ed Eugenio Vassalle. Entrambi attesi a Torre del Grifo Village nei prossimi giorni, scelti dalla società come figure professionali da mettere a disposizione dello staff in vista dei Play Off, operando come mental coach. Hanno collaborato con Andrea Sottil a Livorno, fornendo un prezioso contributo alla causa amaranto. Per conoscerli meglio, riportiamo alcune dichiarazioni rilasciate poco tempo fa da Tavoletti e Vassalle a Il Tirreno:

TAVOLETTI – “Sottil mi racconta in breve la storia della stagione sua e della squadra: dal travolgente girone d’andata, al quale aveva fatto da contraltare un ritorno pieno di difficoltà che aveva portato prima alle sue dimissioni, poi rientrate, all’esonero e al ritorno. Devo dire che al di là del racconto Andrea è stato bravo a descrivermi le caratteristiche dei suoi giocatori. Tra queste, quella che mi ha colpito quella di sapersi emozionare. L’incontro avviene il giovedì. Il mio obiettivo era chiaro: cercare di riaccendere questi ragazzi, far capire cosa significava andare in serie B. Insomma che c’era da giocare quattro finali. Come far entrare nelle loro teste il tutto? Facendo rivivere loro i migliori momenti della stagione attraverso video motivazionali nei quali abbiamo inserito tutti i gol e poi piazzando cartelli con scritte negli spogliatoi (un po’ come faceva Herrera con la grande Inter negli anni sessanta del secolo scorso), una cosa che avevo già sperimentato a Trapani. Nella testa dei ragazzi era ormai entrata la parola “resettare”. Con Sottil abbiamo lavorato sulla comunicazione e sugli atteggiamenti da tenere in panchina”.

VASSALLE – “Arti marziali? Ho cercato di adattare quelle del karate in chiave calcistica. Il nostro compito è quello di rimuovere dalla testa degli atleti le parti negative cercando di esaltare quello che di positivo sono stati capaci di fare. Personalmente mi sono occupato del montaggio dei video motivazionali dove appunto si rappresentano i momenti migliori e dell’analisi della concentrazione durante le partite”.

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