FONZO: “Catania, fatti illogici dopo la retrocessione in B. Sbaglia completamente chi sostiene la ripartenza dalla D. Provincialismo e individualismo…”

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Ignazio Fonzo

Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania, a ‘Salastampa’ su TeleOne, canale 19, si è espresso sulle criticità societarie dei rossazzurri che rischiano ancora l’esclusione dal campionato. Ecco quanto evidenziato da TuttoCalcioCatania.com:

“Al di là della situazione surreale in un contesto internazionale molto preoccupante, la squadra ha dato riprova, pur tra mille difficoltà, di avere carattere, temperamento, requisiti morali per cui anzichè adagiarsi e crollare ha continuato a lottare sul campo conseguendo dei risultati che ne fanno emergere un livello non basso. Anzi, probabilmente in una situazione di normalità avrebbe potuto tranquillamente battersi per posizioni di classifica migliori. Tutto questo è figlio di una situazione che riguarda la nostra città, ma poi guardando all’aspetto sportivo ha un momento di partenza. Ci riferiamo al picco massimo raggiunto nel 2012/13, con record di punti in Serie A. La proprietà di allora ruppe il rapporto con Gasparin, assunse al suo posto qualcuno che non si era mai occupato di gestioni di società sportive, il Catania scese in B ma la retrocessione poteva essere fisiologica. Poi c’è stato un concatenarsi di fatti illogici, arrivando ai ‘Treni del Gol’ con l’ammissione di colpa di fronte al procuratore federale. Se non ci fosse stata, probabilmente il Catania avrebbe ricevuto la penalizzazione in B, lottando per la salvezza. Successivamente si è assistito a cambi dirigenziali con risultati sportivi che non sono arrivati in C, risultati economici che, come testimoniano gli esiti ultimi delle procedure concorsuali, hanno patrimonialmente danneggiato il Catania fino ad arrivare al passaggio di mano della vecchia proprietà”.

“Il contesto socio-economico e politico della città non prevede un solo imprenditore che da solo possa accollarsi la gestione di una società di calcio. Il mondo è cambiato. In quale città d’Italia vi è ormai un solo imprenditore al comando di una società di calcio? Ci sono difficoltà ai livelli massimi, figuriamoci in C. Oggi si prevede che ci siano fondi, pluriazionisti. L’idea di azionariato popolare, poi diffuso, non era in linea teorica sbagliata. Purtroppo anche per fattori antropologici connaturati al temperamento catanese e siciliano, l’esito di questa operazione non è stata ottimale. Non ho mai letto da nessuna parte che un consorzio d’imprenditori tiri fuori 8.5 milioni e mezzo per sortire un risultato totalmente negativo. Arrivando a una situazione non facilmente risolvibile. Il fallimento non è stato neanche un fattore positivo per i creditori, perchè in particolare l’Agenzia delle Entrate non potrà recuperare quelle somme dovute. E’ impensabile che un solo imprenditore risollevi le sorti del Calcio Catania, ripeto”.

Qualcuno sostiene che sarebbe meglio la fine definitiva del Catania ripartendo dalla D, ma sbaglia completamente. Pensiamo al Trapani, fallito, non mi pare che sia tra le prime in classifica e possa aspirare ad un rapido rientro tra i professionisti. L’unica cosa auspicabile è vedere se ci sia la possibilità, magari anche attivando la federazione con le polizze fideiussorie, di portare a termine la stagione perchè questi ragazzi sono animati da sacro fuoco. Sarebbe importante concludere il campionato nel miglior modo possibile ed avere uno spazio tra la fine del torneo e l’inizio della prossima stagione per trovare un acquirente davvero interessato al Catania. Acquirente che avrebbe la possibilità di acquisire successivamente un bene materiale come Torre del Grifo, che può rendere appetibile il titolo sportivo del Calcio Catania. Altrimenti sarà difficile che per molti anni si possa fare calcio ad un certo livello nella nostra città”. 

Se io voglio acquistare qualcosa non faccio proclami. Formula la mia offerta e parlo direttamente con chi devo trattare, senza fuga di notizie che danneggiano la serietà delle trattative. Se tutti insieme, con un intervento politico, si fosse fatto capire che l’investimento in questo territorio attraverso la società di calcio con un asset come Torre del Grifo poteva e può avere delle finalità che vadano oltre il calcio in sè, avrebbe reso non dico più agevole ma più interessante la possibilità di acquisire il Calcio Catania. Ha fatto più breccia, invece, un certo provincialismo. Serviva maggiore unità di intenti, mi riferisco anche alla stampa, invece ha prevalso un bieco individualismo“. 

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