A MENTE FREDDA: l’analisi del match disputato dal Catania contro il Canicattì

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Si allunga la striscia positiva del Catania. Undicesimo risultato utile consecutivo, decima vittoria che vale il +10 in classifica dal Lamezia secondo. Condizioni perfette per arrivare proprio allo scontro diretto con i lametini, avversari nel prossimo turno di campionato. I 27 gol realizzati e gli appena 5 subiti fotografano la realtà di una squadra che si conferma nettamente al di sopra dei competitor del girone per qualità, tecnica e capacità d’imporsi. I numeri non mentono, finora nessuno ha dimostrato di tenere il passo del Catania. Neanche il Canicattì che, come da pronostico, è stato costretto ad inchinarsi di fronte alla supremazia dell’Elefante.

Va dato comunque atto ai biancorossi di avere offerto una prova volitiva, chiudendo le linee di passaggio e spingendosi con coraggio in avanti in alcune circostanze nel primo tempo, soprattutto sull’asse Iezzi-Tedesco. Sul parziale di 0-0 Manfrè si è anche divorato il gol che avrebbe consentito ai canicattinesi di sbloccare il match a proprio favore. Il Catania ha faticato a far girare palla velocemente sugli esterni, denotando però intelligenza nella lettura dei momenti chiave della partita. I rossazzurri hanno colpito nei frangenti in cui l’avversario denotava meno lucidità e, dopo avere sbloccare la gara con Rizzo, nel corso del secondo tempo hanno trovato ampi spazi per affondare i colpi.

Gli ingressi di Palermo, Andrea Russotto e Jefferson sono stati determinanti in tal senso, garantendo maggiore incisività, dinamismo ed imprevedibilità alla manovra. Scorribande continue sulle corsie laterali nella ripresa, il Canicattì è stato messo continuamente sotto pressione ed il Catania ha chiuso la pratica con la doppietta di Jefferson, a segno per l’ennesima volta da subentrato. Bene, inoltre, lo spostamento di Castellini al centro della difesa. Il difensore bresciano è ambidestro, un jolly preziosissimo per il reparto. Anche Boccia, schierato nell’inedito ruolo di terzino sinistro, ha fatto la sua parte con giocate semplici e redditizie. Gioia, allegria, festa grande al termine di una partita che ha visto l’Elefante rispondere prontamente a qualche critica di troppo (ingenerosa).

Il calcio espresso non sempre è spumeggiante, vero, ma bisogna anche fare i conti con formazioni che, prevalentemente, mirano a distruggere il gioco e per di più su manti erbosi spesso ai limiti della praticabilità. Questa squadra costruisce le proprie fortune attraverso la compattezza di un gruppo granitico, dove non ci sono prime donne e la solidità difensiva è invidiabile, con un centrocampo ben assortito in cui le mezzali Rizzo (ottimo contributo anche da playmaker quando Lodi viene sostituito) e Vitale, di gara in gara, cercano con più insistenza l’inserimento. L’attacco, potenzialmente letale e ricco di risorse (mancano all’appello Chiarella e Litteri), fa il resto.

La macchina da gol, inceppatasi a Cittanova, è tornata a pieno regime con il supporto del collettivo e la forza dei singoli, trascinati dalla spinta incessante di un pubblico straordinario per passione e calore. Siamo ripetitivi in tal senso, ma anche il sostegno del popolo rossazzurro fa la differenza. Trasmettendo alla squadra stimoli, motivazioni, la mentalità di chi pretende che la maglia vada onorata e sudata in ogni occasione. Il senso d’appartenenza trasferito dai catanesi doc del gruppo e da chi, la casacca rossazzurra, l’ha già indossata contribuisce a rendere il Catania SSD una corazzata continuamente assetata di punti. E che non vorrà accontentarsi neanche domenica prossima, provando a dare una seria botta al campionato.

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