GRELLA: “Ecco come nacque l’idea di comprare il club. Catania, sorpreso dalla città. Vogliamo arrivare più in alto possibile”

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foto Catania FC

Vincenzo Grella è l’uomo che, sul territorio, fa da tramite con il proprietario Rosario ‘Ross’ Pelligra, che vive in Oceania ed è a capo di un colosso edile internazionale, ma che ha anche origini catanesi. Lo stesso Grella ha concesso un’intervista a Cronache di spogliatoio, commentando la decisione di Pelligra d’investire sul Catania. Un’idea nata insieme con Mark Bresciano.

“Per caso eravamo tutti e tre in Australia a vedere una partita e in quel momento è uscita fuori la notizia che il Palermo era stato acquistato dal City Group. Così Bresciano ha detto a Pelligra: ‘Perché non compri il Catania?’ – racconta Grella –. Sapevamo delle difficoltà del club, allora gli ho promesso che sarei andato in Italia per recuperare qualche informazione in più e che gli avrei fatto sapere. Qualche tempo dopo Rosario aveva in programma un viaggio in Italia legato alla squadra di basket di Varese, così gli ho suggerito di prendersi anche due giorni di tempo per visitare Catania per conto suo. L’ha fatto e quando è rientrato ha presentato tutta la documentazione necessaria per la manifestazione d’interesse”.

“I tifosi ci chiedono di salire in A il più veloce possibile. Io cerco di essere onesto: è importante, se ci arriveremo, avere una base solida per restarci, ed è su questo che lavoriamo. Per questo motivo c’è questa spinta a fare sempre qualcosa in più: qua non si dorme dopo pranzo, non c’è la pennichella. Catania me la ricordavo come una delle grandi del sud Italia. Con un seguito importante, un tifo caloroso e allo stesso tempo impegnativo. Con un potenziale enorme. Non avevo grande conoscenza della città: sono rimasto sorpreso da quanto è bella. Purtroppo viene esaltata pochissimo”.

“Quel che ho detto a Pelligra per convincerlo ad acquistare il club è che se avessimo fatto un calcio sano e onesto avremmo avuto grande successo. Oggi stiamo gettando le basi, creando una nuova cultura del lavoro lasciando ai dipendenti che abbiamo scelto la libertà di esprimersi. Vogliamo arrivare più in alto possibile, ma senza metterci una scadenza. Ogni passo deve essere solido, la velocità non è importante. So bene quanto è difficile venire promossi e tornare protagonisti in Italia”.

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