CASTELLINI: “Dobbiamo molto al presidente. Il mister un secondo papà. Sul mio futuro…”

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Attenzione focalizzata su presente e futuro per Alessio Castellini, giovane difensore bresciano del Catania che rappresenta una delle note più liete della squadra rossazzurra quando sono trascorse 18 giornate di campionato nel girone I di Serie D. Queste le parole più significative di Castellini, ospite di ‘Unica Night’, trasmissione su TRM:

“Il Presidente è venuto alla rifinitura, ci ha salutati e caricato nel modo giusto prima del match disputato con il Ragusa. Ha deciso di mettersi in gioco e chiamarci alla causa del Catania, gli dobbiamo molto. La foto insieme con lui è un pò un rito, finora ha portato fortuna ma facciamo tutti gli scongiuri del caso. Ci dice di stare tranquilli, che l’importante è vincere il campionato e va bene anche imporsi per 1-0″.

“La piazza di Catania è sempre stata abituata a grandi giocatori, grandi prestazioni. Sto conoscendo una città che vive di calcio. Giusto che i tifosi pretendano sempre di più, dobbiamo accontentarli. Provengo da Brescia, dove il il tifo è un pò diverso, c’è una passione differente. Qua se fai una passeggiata ti fermano per salutarti ed è molto piacevole, cosa che a Brescia non accade con la stessa frequenza. Mister Ferraro? E’ quasi un secondo papà soprattutto per noi ragazzi, molti dei quali siamo lontani da casa”.         

“In quale posizione mi vedo in futuro? Da centrale perchè è il ruolo che ricopro da più tempo, ma all’occorrenza non mi dispiace giocare da terzino perchè posso spingermi più avanti. Il mio futuro professionale? Bisogna valutare tutte le proposte che arrivano, sapendo che Catania forse anche in C è solo di passaggio perchè l’obiettivo è risalire fino alla massima categoria. Valuterò, restare a Catania sarebbe già un grande traguardo perchè non è scontato. A fine stagione si tireranno le somme, vedremo”.              

“Si impara qualcosa da ogni gara, soprattutto dalle sconfitte. Il Catania sta vincendo, è una squadra forte ma non c’è niente di scontato. Fuori casa abbiamo incontrato qualche difficoltà in più anche per via delle dimensioni del campo che non è uguale al nostro. Il ‘Massimino’ a confronto con molti altri campi della D è un aeroporto. Dobbiamo adattarci anche a questi terreni di gioco e cercare di sfruttare al meglio le nostre qualità”.               

“A quale calciatore mi ispiro? Dico Sergio Ramos perchè vedevo spesso le partite del Real Madrid. Mi piace il suo modo di giocare, soprattutto quando ha la palla, la capacità d’impostare e cambiare il gioco. Se devo citare difensori italiani, invece, per l’impostazione magari Bonucci in italia, difensivamente Bastoni. Lorenzini? Devo molto ringraziarlo, forse più di tutti perchè cerca di tenermi sempre dentro il gruppo, mi dà suggerimenti su ogni piccola cosa, riesce a trasmettermi grande sicurezza. Non che gli altri difensori non me la diano, visto anche il curriculum, ma Filippo lo devo ringraziare davvero in modo particolare”.             

“Contro il Ragusa volevamo continuare a spingere per incrementare il vantaggio, ma abbiamo preferito gestire il possesso nella ripresa, subendo un solo tiro in porta e sbagliando anche qualche gol. Continuavamo a pressare, non dando sbocco agli avversari, l’abbiamo preparata così col Ragusa. Prendendo spunto dal secondo tempo di Catania-Trapani, dove siamo entrati in campo con un piglio diverso e sapevamo che andando forte con le nostre capacità potevamo ribaltarla. Ci siamo riusciti in due minuti, poi poteva finire anche con più reti e non abbiamo rischiato niente. Forse è ritornata quella voglia che avevamo di andare a segno e fare altri gol senza stancarci di segnare“. 

“La sconfitta con il Santa Maria Cilento? I nostri tifosi non erano presenti, fanno sempre la loro parte perchè con loro sugli spalti è come se giocassimo sempre in casa. Forse eravamo ‘cotti’, un pò stanchi, però questa sosta ci è servita per ricaricare le batterie. A proposito di trasferte non impeccabili cito San Cataldo. Se costruisci il gioco ed hai il pallino nelle tue mani è più semplice provare a far gol. A San Cataldo ci hanno provocato, noi abbiamo reagito facendo il loro gioco, sbagliando”. 

“Il terreno di Ragalna? Allenarsi su un campo in erba naturale è diverso, il sintetico è un pò duro tra virgolette, l’erba naturale cambia il rimbalzo del pallone e come appoggi il piede. Boccia? Nello è un calciatore forte. Gli dico sempre che con il fisico che ha dovrebbe spostare gli avversari con un dito, ha un fisico da giocatore vero. Anche lui si sta adattando. Non è semplice giocare nella fascia opposta perchè cambia tutto l’orientamento del corpo e la visione di gioco ma si sta adattando bene, ne sono contento”.        

“Tre desideri? Innanzitutto realizzare il mio sogno di diventare professionista ai massimi livelli. Naturalmente augurarmi il bene di tutta la mia famiglia e chi mi sta intorno, in salute soprattutto che è la cosa più importante. Come terzo desiderio aggiungo la possibilità di rientrare a Brescia, magari chiudendo lì la carriera”.

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