L’EDITORIALE | Sostenibilità, modello Psg e altre valutazioni: futuro nel segno della maturità

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Bandiera Calcio Catania

Maturità. È il momento che tutti se ne dotino. Dagli odiatori seriali a chi idolatra un insostenibile modello Psg in cui spendi milioni come se il pozzo non avesse fondo, senza tra l’altro aver garanzie di successo. Non può essere questo il riferimento del nuovo “giovane” Catania. Il sodalizio rossazzurro è alla ricerca di un equilibrio solido, una base di sostanza su cui edificare il progetto del futuro.

In appena un anno si è tornato a parlare di calcio e non discutere di iscrizioni completate per il rotto della cuffia, si parla di programmazione e ambizione, si parla di giovani, di nuove strutture: si parla e si fa, il che per il momento rappresenta una certezza che deve rafforzare il concetto di fiducia nel patto che coinvolte la proprietà e la città.

La squadra per la prossima Serie C non è ancora fatta e già si sente qualche mugugno, qualcuno ha criticato un termine, la famigerata parola “sostenibilità”. Ma nel calcio di oggi non parlarne significherebbe non avere a cuore il progetto che si porta avanti, né più né meno. Buttare soldi non piace a nessuno, investirli invece ha tutto un altro senso.

Questo non significa che la critica, quando corretta, non debba essere sostenuta, valorizzata. Ma ci sembra onestamente calcisticamente troppo presto per parlare. Altro discorso quello sulle potenzialità, sulle azioni intraprese in città e sulle prospettive. Quest’anno più che mai gli indirizzi ideali posti all’inizio di questa avventura sotto l’Etna devono trovare un riscontro puntuale nei fatti.

Bisognerà valutare le connessioni costruite con altre realtà sportive locali, se i risultati saranno soddisfacenti, oltre che comprendere a fondo – cambiando argomento – anche nei termini degli investimenti extra calcio, che tipo di risposta Pelligra darà alla città di Catania.

Indubbio che debba dunque cominciare una stagione di studio concreto delle opportunità e dei risultati conseguiti, ma a tempo debito, senza una critica fatta soltanto per il gusto di dover criticare: un’abitudine pessima che non cammina di pari passo con quel bisogno di maturità che la città reclama, certamente non soltanto sul fronte calcistico. Naturalmente anche il supporto cieco e strumentale non è “salutare”.

Rispettiamo tempi e modi, valutiamo fatti conclamati e certi, e la città sostenga gli sforzi con una partecipazione attiva e attenta, cogliendo le opportunità che questo nuovo corso porta con sé. L’augurio che Catania rinasca, a 360 gradi. Più matura e non nel caos.

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