A MENTE FREDDA – Tabbiani, amore mai sbocciato con Catania. Laneri, addio significativo. Squadra senza alibi

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foto Catania FC

Quattro vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte con una media di 1.25 punti a partita in 12 gare di campionato, più il successo conseguito contro il Messina in Coppa Italia. Questo il bottino decisamente magro raccolto da Luca Tabbiani sulla panchina rossazzurra. Scommessa non vinta dalla società etnea, in primis dal vice Presidente Vincenzo Grella che per primo ha spinto per portare in Sicilia Tabbiani. L’idea era quella di consegnare ai catanesi un calcio propositivo, vincente, aggressivo ed efficace che esaltasse la piazza con una guida giovane, di prospettiva, gettando le basi per un programma tecnico pluriennale.

La parola programmazione è sempre stata al centro dei pensieri dell’attuale proprietà, ma puntare su Tabbiani non ha prodotto i frutti sperati. Vuoi per la mancanza di risultati consoni alle ambizioni della piazza, vuoi per le difficoltà incontrate sul piano del gioco e la carenza di personalità evidenziata dalla squadra in più occasioni. La piazza è stata molto scettica fin dall’inizio rispetto alla scelta della guida tecnica ed è un dato di fatto che non sia mai scoppiato l’amore tra l’ex Fiorenzuola, alla prima esperienza in una grande realtà, ed i catanesi. Del Catania che ha stravinto a Caserta tempo fa (unica vera prestazione ottimale) si sono perse le tracce. Rossazzurri bene solo a sprazzi in questo percorso mediocre, discontinuo, con una proposta di gioco lacunosa e facilmente leggibile per gli avversari. Se aggiungiamo la carenza del giusto atteggiamento in campo, si evince come l’allenatore abbia avuto la sua consistente fetta di responsabilità.

Sarebbe, tuttavia, riduttivo considerare Tabbiani l’unico responsabile di questo avvio di stagione molto deficitario. Grella (in primis) e la dirigenza hanno sbagliato nell’affidamento della guida tecnica, ma è anche vero che Tabbiani ha lavorato in condizioni non ottimali nel ritiro pre-campionato. La location poteva essere migliore, organico completato in ritardo, poche amichevoli disputate. L’infermeria quasi sempre piena ha fatto il resto, ma qui evidentemente risiedono anche delle responsabilità in seno alla conduzione della preparazione atletica. La squadra, poi, è stata allestita dall’ormai ex Direttore Sportivo etneo Antonello Laneri smarrendo quei “pezzi di catanesità” che avevano fortemente caratterizzato il percorso trionfale della scorsa stagione. Il sollevamento dall’incarico di Laneri è il chiaro segnale di un malcontento rispetto alla costruzione di una rosa che ha registrato finora un rendimento ben al di sotto delle attese, al netto delle responsabilità di Tabbiani.

In queste ore si è abbattuto un vero e proprio terremoto in casa Catania. S’invocavano decisioni importanti nel tentativo di raddrizzare la barca e stanno arrivando. Solo il tempo dirà se si riveleranno proficue. Ci troviamo di fronte ad un concorso di colpe e la squadra non ha alibi. Il nuovo allenatore dovrà assicurarsi, innanzitutto, di risollevare lo spogliatoio. Ricompattando un gruppo che non sempre è parso davvero unito per uscire dalle difficoltà. Più impegno, maggiore determinazione e voglia di lottare su ogni pallone e contrasto. Da qui la squadra dovrà ripartire, aspettando la riapertura del calciomercato per apportare correzioni inevitabili.

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