CATANIA: la parola d’ordine è sinergia. A difesa dei colori rossoazzurri

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Catania - Juve Stabia

Catania che si rinnova con l’avvento in panchina di Mario Petrone. Premesso che anche alle più illustri guide tecniche del calcio sia capitato di steccare in occasione dell’esordio in panchina, la scossa ricercata, in primo luogo dalla dirigenza, non è arrivata contro il Taranto. Fatto, questo, che dovrebbe suonare come campanello d’allarme? Optiamo per il no, per due motivi.

Intanto il troppo poco tempo intercorrente tra l’insediamento di Petrone e la partita in essere, per cementare nella testa e nelle gambe dei nuovi giocatori il suo credo tattico. Non va dimenticato, poi, un altro fattore: le insidie che presentavano gli avversari incontrati. Non va tralasciato il fatto che il Taranto targato Salvatore Ciullo abbia cambiato radicalmente marcia col suo arrivo in panchina, avendo fatto molto bene in due gare sulla carta proibitive: il secco 2-0 contro il forte Foggia nella gara d’esordio allo ‘Jacovone’ ed il pareggio di Catania, uno dei campi più difficili del girone C, numeri alla mano.

Pareggiare saltuariamente in casa ci può stare. Imperativo attuale, però, è voltare pagina archiviando la chiacchierata gestione Pino Rigoli, specialmente per quanto concerne la mancata continuità di risultati conseguiti tra casa e trasferta. Occorre, inoltre, fissare nuove gerarchie, rinsaldare gli attuali equilibri, far sì che gli uomini con le giuste qualità possano prendere per mano la squadra rappresentando, dunque, i punti di riferimento sui quali tutti gli altri possano fare concretamente affidamento. Insomma, trovare quella che potremmo definire ‘quadratura del cerchio’, comprendente anche l’aspetto relativo alla ‘unione delle componenti’, argomento che allo stesso Amministratore Delegato Pietro Lo Monaco sta particolarmente a cuore.

Intanto è trascorsa una proficua settimana di lavoro per mister Petrone a Torre del Grifo Village, utile anche per ragionare su cosa non abbia funzionato contro il Taranto. E’ stata anche l’occasione per amalgamare al meglio la squadra massimizzando il valore e le qualità tecniche individuali. Allo scopo di allestire a Messina un organico all’altezza. A cominciare dalla mentalità.

Sarà solo grazie alla buona volontà di tutti, nessuno escluso, che il Catania potrà definitivamente risollevarsi ed occupare piazzamenti migliori. L’incontro di Messina, in tal senso, non si rivela affatto semplice, in primis perché si tratta di un derby sentito da entrambe le compagini e poi perché anche la squadra di Lucarelli necessita, per motivi opposti di classifica rispetto agli etnei, di punti.

L’aspetto mentale dovrebbe essere quello su cui fare principalmente leva, prima ancora di pensare al sistema di gioco più idoneo da proporre, a quali sincronismi tattici o posizioni in campo da adottare. Magari sfruttando i punti deboli del Messina con le giuste dosi di tempismo, scaltrezza e sagacia. Ulteriore aspetto da non sottovalutare è che chiunque venga chiamato ad entrare in campo, debba sempre dare il meglio di sé per il bene comune, ovvero il Catania. Evitando di pensare a personalismi di sorta.

Sarebbe il concretizzarsi di massima sinergia tra i giocatori ed i componenti dello staff tecnico, di uno spirito di sacrificio collettivo che deve sempre costituire la base attraverso cui operare ed entusiasmare una tifoseria molto passionale ed innamorata della propria squadra come poche. Andando a comporre, a difesa dei colori della propria città, una entità ben assemblata distinguibile per capacità, volontà e dedizione.

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