Pali, guantoni e gerarchie: Pancaro, la ricetta è nella storia

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Portieri Liverani e Bastianoni

Binomio Liverani-Bastianoni: urge chiarezza

“Ma perché bisogna comprare guanti solo al portiere? Qui sono tutti uguali. Li devono avere pure gli altri.” Personaggio eccentrico, amato, ricordato e oggi venerato. Divertente per certi versi, come quando sgridando un segretario disse una delle sue frasi più celebri. Angelo Massimino ovviamente resterà una nota indelebile nei tifosi e nella storia del Catania, per quel suo essere uno del popolo, a volte ingenuo, a volte così schiettamente e semplicemente metaforico come pochi personaggi del suo tempo. Con quella frase l’ex Presidente del Catania, forse ingenuamente, forse metaforicamente dettò una legge gerarchica di spessore globale. Già perché se sono tutti uguali, perchè solo il portiere deve portare i guanti? Allora li portino tutti.

Però il calcio, specialmente quello del XXI secolo non è così. Non se ne voglia il compianto Massimino, che forse oggi storcerebbe il naso davanti a queste parole, però nel calcio, purtroppo, di uguaglianza ce n’è ben poca. Specialmente nel ruolo del portiere, tanto delicato quanto decisivo serve qualcosa in più: ordine, organizzazione e gerarchia. Se è vero che un gol sbagliato da un attaccante non ha lo stesso peso specifico di una papera del portiere, è altrettanto vero che per un allenatore non è altrettanto semplice cambiare un attaccante quanto cambiare un portiere. Basti pensare che è più consueto vedere un attaccante da 5 in pagella uscire al 60′ piuttosto che un portiere sostituito dopo un autorete al 30′. No, perché nel calcio, specialmente tra i pali, servono gerarchie inossidabili che diano garanzie all’intero reparto più che negli altri.

Ma andiamo ad oggi, dove in casa Catania Bastianoni pare non aver convinto dopo 11 partite giocati e  15 palloni raccolti in fondo al sacco, di cui alcuni frutto di grossolani sviste come la rete di Longo a Melfi. Forse la bocciatura è alle porte, insieme ai primi rumors di mercato, e quindi rispolverare Liverani potrebbe non essere un’utopia in questa fase della stagione. Almeno fino al mercato di gennaio. Opinione comprensibile, per certi versi condivisibile, anche se qualche riflessione va fatta. Liverani ha giocato appena 4 partite, subendo 3 reti, apparendo più sicuro del compagno di reparto Bastianoni in quelle poche uscite stagionali. Però va aggiunta una considerazione non da poco a questo ragionamento.

Vero è quanto detto, e i numeri sono sempre una controprova inevitabile nel nostro calcio, però va anche considerato che Liverani ha giocato le prime quattro giornate del campionato dove il Catania era un autentico schiacciasassi con una marcia in più rispetto alle altre e sicuramente rispetto anche a se stesso in versione 2.0 di qualche mese dopo. L’avvio sprint ha avuto delle logiche ripercussioni con un Catania che ha smarrito se stesso negli ultimi 2 mesi, consegnando la media circa 1.16 punti a partita, 5 gol segnati e 7 subiti, non tutti per colpa di Bastianoni. Però se rivoluzione tra i pali dev’essere, il diktat della gerarchia non deve cambiare.

Se Liverani viene rispolverato in veste di “traghettatore” fino all’intervento sul mercato è un conto, se invece si va incontro ad un sovvertimento di ruoli allora tale dev’essere con un ordine supremo immutabile. La missione di Pancaro è dunque quella di far sentire la fiducia nel numero uno, chiunque esso sia, evitando di scambiare le pedine come fossero figurine ai primi errori stagionali. Perché la storia, più o meno recente, insegna specialmente a Catania che costanti binomi tra i pali non sempre hanno dato garanzie, dal dualismo Frison-Andujar, a quello Gillet-Terracciano, passando per Frison-Terracciano. Per evitare che i cicli storici si ripetano, serve quell’ordine che ad oggi nella coppia Bastianoni-Liverani sembra ancora non essere maturato nel migliore dei modi.