Centrocampo, quale la vera dimensione?

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Il centrocampo è il cuore di ogni squadra di calcio. Quando gira, l’undici in campo ne beneficia; quando, al contrario, qualcosa non funziona allora ne risente l’intera espressione di gioco. È un reparto nevralgico, pulsante e determinante proprio per la collocazione e una funzionalità bivalente, quella difensiva quando la squadra non è in possesso e quella di impostazione, nonché offensiva, quando la squadra ha il compito di assalire.

Il centrocampo del Catania è uno dei reparti sotto la lente di ingrandimento in questa fase della stagione, con il mercato ormai alle porte, perché se alcune certezze sono arrivate, forse c’è anche qualche garanzia in meno riguardo alle aspettative. Musacci, Castiglia e Scarsella rappresentano il trio titolare, o pseudo tale considerando che Agazzi scalpita sempre e spesso gioca dal 1′ minuto. Ma andiamo con ordine, perché c’è stato un punto della stagione dove a centrocampo qualcosa si è rotto, ovvero l’infortunio di Castiglia. Da quando l’ex Reggina si è infortunato il Catania non ha più trovato il bel gioco delle prime giornate, incrinando giornata dopo giornata il livello delle prestazioni e quindi dei risultati.

Sarebbe tuttavia superficiale additare a tale infortunio lo spostamento di equilibri così grandi, anche perché Castiglia si è dimostrato sì un ottimo elemento, ma non un elemento in grado di fare la differenza fino a questo punto. E allora cosa? Probabilmente la risposta sta nel tempo. Già, perché la squadra che funzionava a meraviglia, adesso sembra logora, disorganizzata e poco compatta. Pancaro nelle prime giornate è stato bravo a motivare i suoi ad un inizio degno del nome della città, salvo poi perdere pian piano il bilancio della dimensione della sua squadra fino a ritrovarsi naufrago in un mare di intemperie.

Oggi, ad una giornata dal mercato, il centrocampo si mostra un reparto povero, con Musacci unico tra i fari e Agazzi che non viene schierato nel suo consueto ruolo di vertice basso. Scarsella, dopo il convincente inizio di stagione, si è perso come sotto i colpi di una maledizione, la stessa che colpì 6 mesi prima il corrispettivo di ruolo Sciaudone. Svanito dopo l’avvio importante attraverso prestazioni anonime, fino alla panchina di Melfi. Lulli e Russo non hanno dato garanzie a Pancaro, anche se schierati col contagocce, forse ingiustamente rispetto ad opportunità concesse invece ad altri calciatori in reparti diversi.

Quindi, col mercato alle porte, si deve ripartire. Piace La Camera, in uscita da Pavia, che potrebbe essere un tassello utile, aspettando però forse l’unico uomo che manca in questo centrocampo, cioè un calciatore muscolare, capace di affiancare i compagni di reparto e rendersi determinante nel frammentare l’azione avversaria. Chissà dunque, a -14 dai botti di capodanno che aprono il mercato, che il Catania non stia pensando proprio ad una pedina dalle caratteristiche simili da regalare a Pancaro, in vista di un girone di ritorno da affrontare col coefficiente di errore ormai prossimo allo zero.